PONTE MARCONI

Arriva la spiaggia, ma
il degrado del Tevere resta

 

Con molto ritardo rispetto all’inizio dei periodo estivo, sabato 4 agosto è stata aperta al pubblico la «spiaggia urbana» voluta dal sindaco Raggi a ponte Marconi. Una semplice apertura dei cancelli, senza alcuna forma ufficiale, con gli operai che ancora stanno terminando i lavori e il generatore per l’energia elettrica che sostituisce l’allaccio alla rete, non ancora concluso. Sono infatti ben visibili i teloni al posto dell’erba o della sabbia ancora non messa in opera.

Il rinvio dell’inaugurazione ufficiale alla presenza del primo cittadino è stata motivata con una nota del Campidoglio a causa delle previsioni di maltempo, peraltro poi non avveratesi. Ci piace pensare invece che ci si sia resi conto della pochezza del progetto messo in atto. Le differenze con il modello parigino (foto al lato), al quale dichiaratamente si ispira, sono enormi: la posizione isolata lontana dal cuore turistico della città e difficile da raggiungersi, la mancata opera di bonifica del fiume, la cronica difficoltà mostrata dal Comune nella manutenzione ordinaria delle aree verdi alle quale la spiaggia può essere assimilata.

L’associazione ambientalista «Ecoitalia Solidale» in una nota diffusa per l’occasione giudica il «lido urbano», un progetto veramente minimale e di dubbia attrazione per i cittadini. «Un ettaro di argine del fiume bonificato – spiega il presidente Piergiorgio Benvenuti –, non ci solleva dalle preoccupazioni rispetto all’incuria in cui versa il Tevere, da Roma Nord al Sud. Dal sopralluogo effettuato questa mattina abbiamo potuto verificare come ancora nei pressi del ‘lido’ vi sono insediamenti abusivi, rifiuti che stavano per essere sversati nel Tevere e che ancora non sono stati rimossi, la pista ciclabile per una parte occupate da vegetazione».

Come a dire che la spiaggia urbana, per essere fruibile e apprezzata, deve essere il punto di arrivo di una precedente concreta bonifica del fiume. «Ci vogliono ben altri progetti rispetto ad un semplice ‘lido’, sono necessari programmi articolati per arginare il grado di inquinamento delle acque, riqualificare gli argini e le banchine per intero, eliminare le occupazioni abusive».

Il presidente di Ecoitalia Solidale ricorda infine la necessità di aggiornare il Piano di Protezione civile con l’inserimento delle nuove aree a rischio idrogeologico e rinnova la proposta di un unico Ente gestore del Tevere che si occupi di un progetto complessivo: dalla riqualificazione del tratto fluviale alla depurazione delle acque; dalla piena navigabilità del fiume alla la valorizzazione degli argini; dal recupero degli impianti di ex archeologia industriale abbandonati alla manutenzione delle piste ciclabili; dal poco che rimane dell’esistente ippovia alla gestione dei parchi fluviali che ancora non sono stati avviati.

La creazione di un ente unico per il Tevere metterebbe anche fine al patetico rimpallo di responsabilità fra Comune e Regione, e probabilmente sarebbe un valido deterrente alle sacche d’illegalità e agli accampamenti abusivi.

Intanto è arrivata la spiaggia. Vedremo nelle prossime settimane se susciterà o meno l’interesse di romani e turisti. E soprattutto quali saranno le sue condizioni al termine della stagione estiva.

Vincenzo Fratta

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