EMERGENZA TEVERE

Al «biondo fiume» serve
una bonifica complessiva

 

Il 27 si è svolta una manifestazione lungo le banchine del Tevere sotto lo slogan «Tutti per Roma» alla quale hanno partecipato circa 500 persone. L’intento era di sensibilizzare l’opinione pubblica sul degrado complessivo della città. Ma proprio il «biondo fiume» di Roma avrebbe bisogno di un intervento complessivo di risanamento.

Piergiorgio Benvenuti, ex presidente dell’Ama, fondatore dell’associazione Ecoitaliasolidale

Ne è convinto Piergiorgio Benvenuti, responsabile nazionale del movimento ecologista Ecosolidale che da sempre insiste sulla necessità di una riqualificazione la riqualificazione del tratto fluviale e degli argini e sull’opportunità di arrivare ad una sua piena navigabilità.

«Il Tevere è nel degrado da anni – spiega Benvenuti – e da tempo tutti i nodi cominciano a venire al pettine. Ad esempio, oltre 250mila cittadini dell’area metropolitana di Roma sono soggetti ad un potenziale rischio idraulico anche di fronte a semplici piogge, temporali e precipitazioni ‘non estreme’, a causa dell’assenza o carenza di manutenzione per circa 700 km di fossi e canali, delle rive del Tevere oltre che dell’Aniene.

È opportuno aggiornare quanto prima il Piano di Protezione civile con l’inserimento delle nuove aree a rischio idrogeologico. E’ necessario un “accordo di collaborazione” fra più Enti, e proseguiamo a chiedere cosa sta facendo l’Ufficio Speciale Tevere istituito dal Comune di Roma nel marzo 2018 e di cui però non si ha più notizie».

«L’associazione Ecoitaliasolidale – aggiunge il responsabile romano Fabio Ficosecco – rinnova la proposta di realizzare un unico Ente gestore che si occupi della riqualificazione del tratto fluviale, la depurazione delle acque, la piena navigabilità del fiume, sia per la mobilità alternativa che per lo sviluppo turistico della città, la valorizzazione degli argini, comprese le competenze sulla pista ciclabile, del poco che rimane dell’esistente ippovia e la gestione dei parchi fluviali che ancora non sono stati avviati».

Intanto c’è da augurarsi che l’amministrazione Capitolina voglia almeno provvedere con la dovuta urgenza alla bonifica degli argini e delle banchine, che nonostante gli annunci del Capidoglio restano ingombri di rifiuti e materiale materiale di risulta, relitti di imbarcazioni e carcasse di vario genere.

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