POLITICHE E REGIONALI 2018

Un Election Day
dalle mille incognite

 

Il prossimo 4 marzo l’Italia andrà alle urne e dovrà scegliere se puntare sui vecchi partiti o sul nuovo che avanza, travestito da cinque stelle. Ma la coscienza di chi ha già governato vacilla di fronte agli strali delle nuove leve, abili a navigare il web e a bypassare un certo tipo di stampa.

Eppure c’è chi crede nel ritorno all’antico, chi benedice il ritorno di D’Alema e del Cavaliere, di chi afferma con sicurezza che si stava meglio quando si stava peggio. Non c’è futuro per chi naviga a vista, e chi tenta di fare progetti si scontra con la recessione sociale che, pur ondivaga, precipita costante nei meandri più bui di una economia ansimante, barcollante, morente. L’Italia è sempre più povera, lo certificano i dati Istat degli ultimi dieci anni. Pur passando attraverso governi tecnici successivi, da Monti, a Letta, a Renzi e ora a Gentiloni, nemmeno la politica è stata immune dall’austerity che ha soffocato gli italiani.

Così la campagna elettorale del 2018 diventerà la prima senza il finanziamento pubblico dei partiti, e gioco forza, cambieranno gli equilibri e le strategie per conquistarsi le simpatie degli elettori, soprattutto quelli determinanti: gli indecisi e i giovani.

La penuria di denaro e una nuova legge elettorale studiata ad hoc, porterà per la prima volta da anni, al collegio uninominale. Rivedremo i candidati su manifesti e volantini, a comizi e convegni, a pranzi e cene, come si conviene ad un retrivo quadro politico elettorale di fine anni Ottanta, fedele in tutto, anche nelle ragguardevoli spese che ne derivano. Infine, come accennato, questa sarà probabilmente una campagna giocata maggiormente su internet e sui social network per raggiungere l’elettorato in maniera perequata e democratica.

A poco più di un mese dalla data voto, diventa reale il rischio di manovre ingannevoli travestite da fake news, nel tentativo nemmeno troppo celato di influenzare il risultato finale, com’è già accaduto nel recente passato sia negli Stati Uniti che in Francia. Ma l’Italia è la culla della cultura, non si farà ingannare. Ne uscirà una volta di più, ancora più forte. Il 4 marzo 2018 si farà l’Italia, o si morirà. E tutti già tremano all’idea, chissà perché.

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