TORINO
Morta la donna
schiacciata dalla folla

Si è spenta all’età di soli 38 anni, Erika Pioletti, la giovane donna ferita gravemente nell’inferno di piazza San Carlo il 3 giugno a Torino, vittima di una folla preda di un improvviso senso di terrore e panico, generatosi in conseguenza di un non meglio ancora precisato episodio, sul quale indaga la Digos. Ha renderlo noto è la Direzione dell’ospedale San Giovani Bosco, dove era ricoverata dallo scorso 3 giugno in condizioni estremamente critiche, a seguito di un infarto da schiacciamento, e ieri mattina i medici ne avevano accertato un gravissimo danno cerebrale.

I familiari, che hanno espresso la volontà di donare gli organi, mostrando grande compostezza nel loro dolore, hanno più volte ripetuto di come fosse assurdo quanto accaduto, sintetizzato nelle parole struggenti della madre «So soltanto che non avrò più mia figlia», e dello zio «E’ tutto questo solo per una partita di calcio».

Morire a soli 38 anni, per una partita di calcio, o meglio perché le presunte mancanze gestionali, hanno consentito che una folla impazzita, senza via di fuga adeguate, potesse investite e travolgere tutto ciò che si palesava in quel momento dinanzi, compresi anche bambini.

Inevitabilmente ora si susseguiranno inutili polemiche, come tutte quelle che si ingenerano dopo un tragico evento come questo, probabilmente evitabile, se solo il buon senso di una amministrazione avesse portato ad ospitare i tanti tifosi (largamente prevedibile un afflusso di migliaia di persone), in uno dei tanti stadi della città di Torino, e si fosse evitato che venditori occasionali di bevande in vetro potessero avere così tanta facilità nell’ingresso alla piazza stessa. E da ultimo, una forse attenta valutazione sulle via di fuga, da tutti ritenute insoddisfacenti, tanto da aver stretto come in un imbuto le migliaia di persone accorse quella sera.

L’inchiesta giudiziaria, cui spetta il compito di valutare se riformulare il reato ipotizzato, da lesioni plurime colpose a omicidio colposo, sta appurando cosa ha trasformato i 30mila raccolti in piazza San Carlo in una ‘mandria’ impazzita. Per capire se ci sono state delle carenze nella gestione i pubblici ministeri hanno raccolto documenti in Prefettura, municipio, questura, polizia municipale, servizio sanitario di urgenza ed emergenza medica e consorzio Turismo Torino, la partecipata del Comune che ha organizzato l’evento in piazza. Fra le carte spiccano i verbali della «Commissione provinciale di vigilanza», organo composto fra l’altro da rappresentanti del prefetto, del questore e del sindaco.

«In un momento di così profondo dolore, ogni parola sarebbe superflua», si limita a dire la prima cittadina pentastellata, Chiara Appendino, che prosegue: «Posso solo esprimere le più sincere condoglianze mie e di tutta la Città a famigliari e amici di Erika. Per il giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino». Un dovuto e rispettoso silenzio in questo caso ritengo sia d’obbligo, le polemiche tutte italiana in un momento simile non hanno ragion d’essere, ma di certo tragedie come queste debbono necessariamente essere evitate, perché un evento di festa non si trasformi per presunte inefficienze altrui, in un dramma per famiglie ed amici.

Gaetano Di Terlizzi

Lascia un commento