SALVINI A PONTIDA

Si rassegnino,
governeremo a lungo

 

Settantamila persone sul pratone di Pontida, una marea verde ha accolto Matteo Salvini al raduno nazionale della Lega. Quest’anno avrebbe dovuto predominare il blu, ma moltissimi dei partecipanti si erano portati la tenuta d’ordinanza tradizionalmente verde e quindi verde è stato il colore che spiccava a colpo d’occhio su tutto.

Salvini è stato acclamato ed accolto come una star. È salito sul palco e subito è entrato nel vivo e a proposito dei M5S: «Cercano di farci litigare coi nostri compagni di viaggio e di governo. Non ci riusciranno. Certo, se i porti si chiudono o si aprono, lo decide il ministro dell’Interno. Funziona così». Afferma nel suo attacco tagliente. «Devo dire – ha subito aggiunto – che in questi mesi di prima conoscenza, ho trovato nei dirigenti e ministri M5S persone oneste, coerenti e con la voglia di cambiare il Paese». E poi in tono scherzoso e dissacrante e soprattutto per far scendere la tensione del suo popolo e tra gli italiani ha affermato: «Qua c’è amore. Non c’è invidia, non c’è gelosia, non c’è rancore. La vita è troppo breve per perdere il proprio tempo odiando. Lasciamo che siano altri a odiare, a minacciare, a rosicare, a esaurire le scorte di Maalox delle farmacie italiane. Penso di aver raccolto più insulti e infamie in un mese di governo che altri inutili ministri e presidenti del Consiglio in una intera vita politica. Per me sono medaglie al valore».

Un discorso da vero mattatore che ha esaltato la folla in festa galvanizzata dagli altoparlanti. Subito dopo il discorso del leader entra nel vivo e sbaraglia tutti affermando: «Finché avrò voce e mi scorrerà sangue nelle vene, io difenderò il diritto di chi non ha voce, cioè dei bambini ad avere una mamma e un papà, e il diritto delle donne a non essere uteri in affitto. Mi fa schifo il solo pensiero dell’utero in affitto, della donna oggetto, dei bambini in vendita come nei centri commerciali: non è progresso, ma la fine della civiltà». E poi ha attaccato i governi precedenti: «Non solo gli italiani, ma anche tutta l’Europa si sono accorti che c’è un governo che ha fatto in un mese più di quello che gli altri governi hanno fatto in sei anni di dormite».

Salvini poi è passato a parlare di migranti e ha messo subito in chiaro la sua posizione: «Applicando il catechismo di Santa Romana Chiesa, le porte dell’Italia saranno spalancate per donne e i bambini che fuggono dalla guerra, che arriveranno in aereo e non su un gommone, ma per tutti gli altri la soluzione è avere un aiuto per crescere e lavorare a casa propria. Bisogna spendere veramente in Africa i soldi che vanno spesi». Poi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa ed ha affermato «Qualche sciacallo, qualche poveretto, qualche frustrato di sinistra, qualche giornalista sono riusciti persino a dire che la tragedia dell’altro giorno nel mar Mediterraneo sostanzialmente è colpa nostra. Ora fortunatamente le autorità libiche sono tornate democraticamente nel pieno controllo del loro territorio. E quindi ringrazio gli uomini della Guardia Costiera Libica, che nelle ultime ore, in silenzio e nel silenzio della stragrande maggioranza delle tv e dei giornali italiani, hanno soccorso più di 1.000 disperati, che stavano rischiando di annegare, riportandoli in Libia».

Passando ai temi della sicurezza e della giustizia ha aggiunto: «Spero che entro l’estate ci sarà la legge e cancellare gli sconti di pena per assassini e stupratori. Nessuna pietà per loro».

Non è mancato un passaggio sulla situazione politica interna ed europea: «Voglio governare non per cinque mesi o per cinque anni. Si rassegnino i compagni: l’Italia che noi governeremo per i prossimi trent’anni è una Italia che non ha paura di niente e di nessuno, è una Italia orgogliosa e bella. E grazie alla Lega l’Europa tornerà a essere una comunità di popoli, di donne e di uomini, che torneranno ad amarsi e a volersi bene. Io penso a una Lega delle Leghe in Europa. È questo il futuro pacifico e sorridente a cui stiamo lavorando».

E un riferimento alla polemica molto sentita dei vaccini, vicenda che il ministro della Salute Giulia Grillo aveva trattato, scatenando non poche polemiche: «Farò di tutto perché i bimbi entrino tutti a scuola a settembre, accompagnati dalla loro mamma e dal loro papà».

Quello che è salito sul palco è stato un Matteo Salvini versione 2.0, accantonati, almeno per ora, i panni del ruspista, ha sfoderato quelli del leader, del politico, del ministro e chissà se non presto anche premier.

Lino Rialti

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