DOPO LO STOP AL GOVERNO DI GARANZIA

Nascerà un esecutivo
giallo-verde?

 

Sembra che alla fine Mattarella ce l’abbia fatta. Infatti la sua moral suasion pare stia funzionando e che si stia andando rapidamente verso la formazione di un governo politico. Per Di Maio e Salvini sono ore febbrili. Sembra scongiurato il governo «neutrale, di servizio, di garanzia» che solo poche ore fa si stava materializzando attraverso un «toto-poltrone» ed una serie di proposte a personaggi «neutrali». Già ieri sera ambienti vicini a Berlusconi davano per possibile una svolta al 51%, distendendo i toni e predisponendo il giusto ambiente incubatore.

«Sta andando bene», i passi avanti «sono significativi»: così si sono espressi Matteo Salvini e Luigi Di Maio all’uscita da un incontro stamattina tra Lega e Cinque Stelle. «Sulla composizione dell’esecutivo e del premier sono stati fatti significativi passi in avanti nell’ottica di una costruttiva collaborazione tra le parti con l’obiettivo di definire tutto in tempi brevi per dare presto una risposta e un governo politico al paese», scrivono i due leader in una nota congiunta. Entrambi gli schieramenti hanno chiesto una proroga al Quirinale: qualche giorno per organizzare una lista concordare i ministeri ed il loro entourage. Sembra che già lunedì potrà essere presentata a Mattarella.

Il governo giallo-verde si avvicina, insomma, dopo l’incontro di stamattina: insieme a Di Maio c’era il suo braccio destro Vincenzo Spadafora, con Salvini era presente Giancarlo Giorgetti. Potrebbero sorgere difficoltà sulla decisione di chi designare come premier, comunque sembra che Salvini dovrebbe ricoprire un incarico «pesante» quale il ministero dell’interno e per Di Maio quello non meno importante degli Esteri.

Come in ogni trattativa si susseguono da entrambe gli schieramenti sia messaggi distensivi che intimazioni alla resa dei conti elettorale. La formula tanto amata dai grillini del «contratto di governo» è alla base di tutto per Di Maio che afferma poi che «se c’è accordo si parte altrimenti si vota». Dall’altra parte Salvini afferma alla stampa «il nuovo governo dovrà essere fedele al voto degli italiani».

La situazione di impasse si è sbloccata grazie al (quasi) «via libera» di Berlusconi che ha fatto diramare una sua nota nella quale si legge, a proposito di un governo Lega-Cinquestelle, «non è la fine dell’alleanza di centrodestra anche se Forza Italia non voterà la fiducia». Insomma magari non una benedizione ma nemmeno una rottura. Una assunzione di responsabilità, quella di Berlusconi, alla fine, degna di un vero politico, attento alle stringenti richieste di stabilità necessarie per assicurare all’Italia un futuro prossimo sicuro in una visione più ampia richiesta dal paese e dai mercati.

Comunque restano ancora tanti gli scettici nel centro-destra: soprattutto tra militanti ed elettori che vedono con timore una alleanza a dir poco «strana»: Sono molti i timori ed i maldipancia che in questi minuti vengono manifestati anche nei social. Scorrendo Twitter, Facebook, eccetera, tra le paure principali espresse dal popolo del centrodestra trova posto «il ritorno al paese del bengodi» con l’eventuale applicazione del «reddito di cittadinanza» o anche «pensioni subito per tutti», «l’inesperienza politica che potrebbe portare a crisi fulminee in momenti topici», e a proposito della differenza di peso «32% M5S contro 17% Lega, benvenuto Salvini nella trappola».

Staremo a vedere! Per l’ardua sentenza, stavolta non serviranno i posteri!

Lino Rialti

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