LA VARIANTE DI «GRONDA»

Se ne parlava da anni,
ma ai grillini non piaceva

 

Il crollo del viadotto Morandi ha fatto tornare d’attualità il dibattito sulla costruzione della variante denominata di «Gronda», che da molti anni si era individuata come alternativa autostradale all’A10 e suo alleggerimento dal traffico pesante.

Sui social network ha cominciato a circolare un comunicato stampa firmato dal «Coordinamento dei comitati No Gronda» che risale all’8 aprile del 2013 ed era stato pubblicato sul sito del Movimento Cinque Stelle nella sezione «liste civiche», e ora rimosso.

Nel comunicato l’allarme su un possibile crollo del viadotto veniva bollato come una «favoletta»: «Ci viene poi raccontata, a turno, la favoletta dell’imminente crollo del Ponte Morandi, come ha fatto per ultimo anche l’ex Presidente della Provincia, il quale dimostra chiaramente di non avere letto la Relazione Conclusiva del Dibattito Pubblico, presentata da Autostrade nel 2009», scrivevano i comitati.

Lo stesso Beppe Grillo, dopo l’alluvione che colpì Genova del 2014, si trovava in città assieme ai «No Gronda» che denunciavano lo spreco di denaro per le grandi opere.

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