NAPOLITANO AL SENATO

Riconosciuto il fallimento
dei governi a guida Pd

 

Giorgio Napolitano ha aperto venerdì la nuova legislatura a Palazzo Madama in qualità di senatore anziano ma senza poter dimenticare nel suo discorso di essere stato il Presidente emerito che nel corso dei suoi due mandati ha tenuto a battesimo tre governi a guida Pd, due dei quali rinunciando al legittimo ricorso dei cittadini alle urne.

Tralasciando di entrare qui in considerazioni sul discusso ruolo avuto dal Presidente della Repubblica nelle dimissioni nel 2011 del Governo Berlusconi, pressato da suo Merkel-Sarkozy, non possiamo che registrare il riconoscimento di Napolitano della vittoria delle «formazioni politiche che hanno espresso le posizioni di più radicale contestazione, di vera e propria rottura rispetto al passato». Un successo scaturito «da forti motivi sociali: disuguaglianze, ingiustizie, impoverimenti e arretramenti nella condizione di vasti ceti, comprendenti famiglie del popolo e della classe media».

La soddisfazione maggiore c’è la fornisce però l’esplicita ammissione del fallimento dei «suoi» governi: «Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo ha determinato – ha affermato Napolitano – un netto spartiacque, a inequivocabile vantaggio dei movimenti e delle coalizioni che hanno compiuto un balzo in avanti clamoroso nel consenso degli elettori e che quindi di fatto sono oggi candidati a governare il paese. In pari tempo, il partito che nella scorsa legislatura aveva guidato tre esecutivi ha subìto una drastica sconfitta ed è stato respinto all’opposizione».

Una débâcle che, secondo il Presidente emerito, ha mostrato quanto poco il popolo italiano fosse stato convinto dall’«auto-esaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e da partiti di maggioranza».

Se quest’ultimo appare come un esplicito riferimento a Renzi, Napolitano non manca di sottolineare come a determinare il successo del M5S nel meridione, abbia pesato in modo particolare «il senso di un cronico, intollerabile squilibrio tra Nord e Sud tale da generare una dilagante ribellione nelle regioni meridionali. Sono stati condannati in blocco – anche per i troppi esempi da essi dati di clientelismo e corruzione – i circoli dirigenti e i gruppi da tempo stancamente governanti in quelle Regioni.

Non c’è che dire, il novantaduenne Presidente emerito finalmente chiude in bellezza.

Vincenzo Fratta

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