OCCUPAZIONI ABUSIVE

Le polemiche
del dopo-sgombero

Ieri nell’edizione Roma e Lazio di EdicolaWebTv avevamo dato notizia dei gravi incidenti avvenuti in piazza Indipendenza fra la polizia e un centinaio di rifugiati provenienti dal Corno d’Africa. Questi dopo essere stati sgombrati il 19 agosto dal palazzo ex Federconsorzi nell’attigua via Curtatone che occupavano da anni, si erano accampati nella centralissima piazza Indipendenza, a due passi dalla stazione Termini, dove si trova anche la sede del Consiglio superiore della magistratura.

Che la piazza andasse liberata, bonificata e restituita alla città è di tutta evidenza. Allo stesso tempo non c’è alcuno dubbio che la polizia dovesse reagire al lancio di sassi, di bombole del gas e altri oggetti contundenti di cui era fatta oggetto.

Le forze politiche di sinistra e la stampa a loro collegata lamentano la mano dura usata dagli agenti che hanno fatto ricorso all’uso degli idranti e soprattutto si stracciano le vesti per una frase che sarebbe stata rivolta da un funzionario di polizia agli agenti che è stata così riportata: «Questi devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio».

Comprendiamo che «a freddo», dal divano del proprio soggiorno, l’espressione possa non piacere, ma riteniamo essa vada contestualizzata allo scontro in atto. E se si è forza pubblica che è chiamata a difendersi dal lancio di oggetti contundenti, il «colpire alle braccia» appare come la più «proporzionata» delle reazioni. Giudico pertanto ipocrita la decisione della Questura di Roma di aprire un’indagine formale sull’episodio.

Molto invece a mio avviso c’è da dire in generale sul fenomeno delle occupazioni abusive a Roma e, nello specifico, di come si è arrivati allo sgombero di un edificio occupato da oltre 400 persone, peraltro in gran parte con lo status di richiedenti asilo. Per prima cosa le occupazioni abusive di immobili andavano contrastate e sgomberate di volta in volta, e non dopo anni, magari perché improvvisamente le proprietà degli stessi lo trovano più conveniente. Seconda cosa, il Comune deve avere un ruolo attivo e deve fare la sua parte. Il fenomeno non può essere considerato soltanto un problema di ordine pubblico. L’amministrazione Raggi ha certamente le sue carenze e le sue responsabilità, ma nel caso di uno sgombero così importante come quello di via Curtatone non ci è chiaro se il Campidoglio fosse stato coinvolto preventivamente e nella giusta maniera. Da quanto abbiamo compreso ci sembra che sia stato unicamente chiamato a rincorrere l’iniziativa di Questore e Prefetto.

Queste considerazioni mi sembrano in parte corrispondere a quanto affermato dal capo della Polizia Franco Gabrielli in un’intervista a Repubblica. Se da un lato Gabrielli considera grave la frase incriminata per la quale annuncia l’avvio di procedure interne, dall’altro ricorda che «la gravità di quello che è successo in piazza non può diventare un alibi per coprire altre responsabilità, altrettanto gravi. E non della Polizia», ma di chi «ha consentito a un’umanità varia di vivere in condizioni sub-umane nel centro della capitale. E dunque che si arrivasse a quello che abbiamo visto oggi».

«Due anni fa, da prefetto di Roma – dice ancora Gabrielli –, insieme all’allora Commissario straordinario Tronca avevamo stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive. E questo perché il tema delle occupazioni non si risolve con gli sgomberi ma trovando soluzioni alternative. Non ho più avuto contezza di cosa sia accaduto di quel lavoro fatto insieme a Tronca. Era previsto da un delibera un impegno di spesa di oltre 130 milioni per implementare quelle soluzioni alle occupazioni abusive. Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro, e se e come sono stati impegnati quei fondi?».

Intanto sembra che un accordo per la sistemazione di almeno parte dei rifugiati sia stato trovato. Il delegato alla Sicurezza di Roma Capitale, Marco Cardilli annuncia che: «grazie a un accordo con la società che gestisce l’immobile, verranno messe a disposizione 6 unità abitative per accogliere circa 40 fragilità» e aggiunge che il Campidoglio ha «agito all’insegna della programmazione e con l’obiettivo di garantire supporto a tutti coloro ne avessero diritto, all’interno del perimetro delle nostre competenze come stabilito dal decreto 14/2017, il c.d. Decreto Minniti».

Quanto è accaduto in piazza Indipendenza sta intanto solleticando le velleità dei professioni delle occupazioni (leggi: centri sociali). I cosiddetti «movimenti di lotta per la casa» hanno infatti indetto per sabato un corteo di protestare contro gli sgomberi. La manifestazione inizierà alle 16 e dovrebbe sfilare da piazza dell’Esquilino a piazza Madonna di Loreto, nel centro della città.

Per chi volesse vedere il filmato degli scontri di giovedì, rimandiamo al nostro articolo nell’edizione romana Migranti contro polizia a piazza Indipendenza. Per illustrare questo pezzo abbiamo invece scelto un’altra immagine che ha fatto il giro dei media: quella dell’agente di polizia che consola una donna somala al termine degli incidenti. Ci pare che renda meglio lo spirito di servizio che le forze pubbliche devono mettere nel loro lavoro, per quanto duro possa essere a volte.

Vincenzo Fratta

Lascia un commento