Com’era prevedibile con l’avvicinarsi della data delle urne sono aumentati gli attacchi sempre più beceri contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
Cambiano i dettagli, ma lo schema resta quello: screditare a priori i leader della coalizione di Centrodestra. Usando come sommo esorcismo la politica estera.
Vedi, in ultimo, la sortita con cui Enrico Letta ha bacchettato Giorgia Meloni: «Sta cercando di cambiare immagine, di incipriarsi, ma mi sembra una posizione molto delicata, se i punti di riferimento sono Orban».
Come al solito, i toni sono sprezzanti. Liquidatori. Calati dall’alto. Il sottinteso è che il centrosinistra è «serio e affidabile, democratico & progressista», mentre chi si colloca sul versante opposto è «ignorante e pericoloso, autoritario e retrivo».
Gli Usa e la Ue spacciati come catene
Pd e soci sono gli alfieri del Luminoso Futuro che ci attende. Le destre, al contrario, sarebbero i caporioni di un oscuro passato che esse, sull’onda di Putin e delle cosiddette democrature, vorrebbero restaurare.
Eppure, per quanto fastidiosi, i toni sono relativamente secondari. C’è ben di peggio. C’è il tentativo, di portata generale e ripetuto a oltranza, di inchiodare la politica italiana a qualcosa di già deciso e di intrinsecamente indiscutibile.
Qualcosa che viene stabilito su scala internazionale, sull’asse che lega la Ue agli Usa, e che viene presentato come un concentrato di sagacia economica e di sensibilità umanitaria.
Le nostre vicende interne, in quest’ottica, dovrebbero sottostare sempre e comunque al giudizio di entità straniere. Entità che vengono innalzate al ruolo di giudici supremi e inappellabili, così da limitare al massimo le opportunità di derogare, qui in Italia, alle tendenze oggi dominanti in Occidente. Limitare al massimo: ossia, escludere del tutto.
Un circolo vizioso
L’ostracismo, oggi, si abbatte innanzitutto su Giorgia Meloni e su Matteo Salvini. Berlusconi, ormai lontano dall’essere il mattatore di un tempo, ne è toccato in misura minore: più che attaccarlo direttamente, lo si associa di riflesso alla stroncatura destinata agli altri due.
La chiave di volta, tanto per cambiare, è una manipolazione ad ampio raggio. Che si snoda tra messaggi impliciti e accuse esplicite.
I messaggi impliciti mirano a fissare delle premesse che diventino salde come dei dogmi: alla Commissione europea (e alla Casa Bianca) sono più competenti di noi e la cosa migliore che possiamo fare è seguirne scrupolosamente i dettami.
Le accuse esplicite soffiano sul fuoco della preoccupazione per le conseguenze pratiche che ci troveremmo a subire, laddove non ci adeguassimo in tutto e per tutto: lo spread che si impenna, il Pil che si accartoccia, i finanziamenti del Pnrr che svaniscono, o che diventano proibitivi, e via paventando. Spaventando. Terrorizzando.
Dove sta il circolo vizioso? Chiaro: è nel dare per scontato che le attuali linee guida del mondo occidentale siano giuste o addirittura sacrosante, per cui non sarebbero nemmeno ipotizzabili delle soluzioni alternative.
Ma la politica non è un recinto
Qualsiasi divergenza nazionale viene ostracizzata all’istante: poiché all’estero non sono d’accordo, e ci darebbero addosso se contravvenissimo alle loro indicazioni, l’unica conclusione possibile è che loro hanno ragione e non si può fare nient’altro che allinearsi. Di buon grado, per di più. Meglio ancora: con fervoroso e incrollabile entusiasmo.
Noi la vediamo diversamente. Una cosa è prendere atto che questi assetti esistono e che non si può evitare di farci i conti. Tutt’altro è innalzarli a fonte suprema del Bene economico e sociale.
Sui programmi di Fratelli d’Italia o della Lega è lecito essere d’accordo oppure no, con tutte le variazioni intermedie, ma non lo è affatto rigettarli a priori perché non sono graditi a Bruxelles o a Washington. Più precisamente: a chi oggi sta a Bruxelles o a Washington.
La politica non è un recinto di cui qualcun altro ha fissato per sempre i confini: è uno spazio mutevole che dipende dai valori ai quali ci si ispira.
Popoli diversi possono avere valori diversi. Anzi, dovrebbe essere la loro condizione naturale.
Gerardo Valentini
LA SINISTRA VERSO IL VOTO
La «dolorosa» scelta di Calenda dell’8 agosto 2022
Il potere, unico collante di Pd & C. del 7 agosto 2022
Tutti insieme appassionatamente del 3 agosto 2022
Come ti sfrutto l’autorevolezza del banchiere del 29 luglio 2022