L’AMBASCIATORE UCCISO IN CONGO

Dopo l’agguato sulla pista
e poi la morte nella giungla

Luca Attanasio, l'ambasciatore italiano ucciso in Congo

 

L’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista congolese, Mustapha Milambo, sono stati uccisi in un agguato mentre viaggiavano a bordo di un’auto dell’Onu in una regione della Repubblica democratica del Congo, il Nord Kivu, da anni teatro di violenti scontri tra decine di milizie che si contendono il controllo del territorio e delle sue risorse naturali. Un’imboscata in piena regola, probabilmente a scopo di sequestro, finita in tragedia.

La famiglia dell'ambasciatore Luca Attanasio ucciso in CongoLuca Attanasio aveva 44 anni. Era sposato con Zakia Seddiki, marocchina, conosciuta durante il suo incarico a Casablanca. La coppia ha tre figlie.  Dopo la laurea alla Bocconi aveva intrapreso la carriera diplomatica. L’incarico in Congo era arrivato nel 2017. Condivideva con la moglie, presidente e fondatrice della ong Mama Sofia, l’impegno umanitario a favore di madri e bambini. Per questo avevano ricevuto nel 2020 il premio Nassirya per la Pace.

Il governo di Kinshasa punta il dito contro le Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr), ribelli di etnia Hutu conosciuti per il genocidio in Ruanda del 1994, che hanno stabilito la loro roccaforte nell’area dell’agguato, mentre l’Italia chiede un rapporto dettagliato alle Nazioni Unite.

Il convoglio, composto da due vetture del Programma alimentare mondiale (Pam-Wfp), stava viaggiando verso nord, sulla strada tra Goma e Rutshuru, dove il diplomatico italiano avrebbe dovuto visitare un programma di distribuzione di cibo nelle scuole dell’agenzia dell’Onu, fresca di Nobel per la pace. Alle 10.15 (le 9.15 in Italia), le due auto vengono fermate a circa 15 km da Goma, nei pressi di Nyiaragongo, nel parco nazionale di Virunga, da un commando di 6 persone che apre il fuoco, prima sparando in aria, poi uccidendo l’autista.

Il carabiniere Vittorio Iacovacci ucciso insieme all'ambasciatore Luca AttanasioSecondo le prime ricostruzioni riferite dal governatore del Nord Kivu, Carly Nzanzu Kasivita, gli assalitori portano Luca Attanasio e il carabiniere della scorta nella foresta. Scattato l’allarme, sul posto si precipita una pattuglia di ranger dell’Istituto Congolese per la Conservazione della Natura che si trova nelle vicinanze, seguita da forze dell’esercito locale.

Esplode un conflitto a fuoco nel quale gli aggressori uccidono Iacovacci. Anche Luca Attanasio viene colpito dagli spari: di chi, ancora non è chiaro. Il corpo esangue dell’ambasciatore, ferito all’addome, viene caricato su un pick-up dai primi soccorritori, per poi essere trasferito all’ospedale di Goma.

L'autista Mustapha MilamboAltre tre persone sarebbero state rapite, riferisce il ministero dell’Interno di Kinshasa, e si parla anche di alcuni feriti. Il governo congolese ha dichiarato che le autorità provinciali del Nord Kivu non erano a conoscenza della presenza dell’ambasciatore nell’area e che questo non ha permesso loro di fornirgli misure di sicurezza adeguate, né il loro tempestivo arrivo sul posto in «una parte del Paese considerata instabile e in balia di alcuni gruppi armati ribelli nazionali e stranieri».

Formatesi all’inizio degli anni 2000, le Fdlr sono accusate di diversi attentati nella zona, tra cui quello dell’aprile 2020 in cui morirono 17 persone tra cui 12 ranger dell’Iccn.

Il Pam-Wfp, artefice dell’invito che è costato la vita all’ambasciatore, ha tuttavia riferito che la strada era stata precedentemente controllata e dichiarata sicura per essere percorsa anche «senza scorte di sicurezza». La Farnesina ha però chiesto all’Onu di fornire quanto prima un report dettagliato sull’attacco.

 

Nella foto di copertina l’ambasciatore Luca Attanasio con la moglie Zakia Seddiki.
In alto la coppia con le tre figlie. Al centro il carabiniere Vittorio Iacovacci.
Sopra l’autista Mustapha Milambo

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