GLI STUPRATORI DI RIMINI

Arrestato anche
il capo del branco

Dopo il fermo nella giornata di sabato di tre minorenni, la polizia ha arrestato il quarto componente del gruppo considerato responsabile della duplice violenza sessuale a Rimini nella notte tra il 25 e il 26 agosto, individuato dalle vittime grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza. Si tratta del congolese di venti anni, Guerlin Butun, unico maggiorenne e probabilmente «capo» del gruppo, residente nella provincia di Pesaro-Urbino, quasi certamente in una struttura di accoglienza, in quanto risulta essere un richiedente asilo. È stato bloccato mentre stava tentando di fuggire in treno.

A guardar bene le immagini circolate dal suo profilo Facebook, appare tutt’altro che denutrito e sconvolto perché fuggito da chi sa quale guerra, anzi ben vestito e sorridente nella sua posizione di richiedente asilo politico. Il racconto reso della notte dello stupro è agghiacciante, con particolari francamente brutali sulle modalità con cui è stato perpetrato che fanno comprendere come alcol e droga abbiano esasperato i loro animi, tanto da essere così barbari.

Gli altri componenti della banda sono due fratelli marocchini di 15 e 17 anni residenti a Vallefoglia, nel Pesarese, e un minorenne nigeriano di 16 anni. I primi due si erano presentati in caserma per ammettere il loro coinvolgimento nel doppio stupro di Miramare di Rimini, probabilmente perché si sentivano braccanti, oltre ad essere stati sollecitati in tal senso dal padre, che li aveva riconosciuti dalle fotografie. Da loro gli inquirenti sono risaliti al terzo componente della banda e poi al congolese Guerlin Butun.

Ora ci chiediamo cosa accadrà, soprattutto vista la minore età di tre dei componenti del branco. Quale sarà la risposta dello stato di fronte a tanta brutalità? Esemplare perché sia da monito per tutti? Oppure ancora una volta assisteremo a pene non pari al reato commesso?

Indipendentemente da chi si macchia di un reato tale, che mortifica e distrugge la vita di una donna, lo stato ha il diritto di essere fermo e determinato. Piovono commenti rabbiosi sui social, frutto di una profonda esasperazione di chi come gli italiani tutti, hanno un profondo senso di solidarietà, macchiato però troppe volte da assurdi e brutali episodi di violenza. Si sia determinati nella condanna.

Gaetano Di Terlizzi

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