È l’8 marzo anche in questo 2021. Il virus ha sconvolto le nostre vite, le nostre abitudini e i nostri sentimenti. Le donne sono quelle che pagano un prezzo più alto e anche durante la pandemia emerge, ancora una volta, la discriminazione.
Le donne danno la vita, le donne vedono lontano, riescono a fare cose che gli uomini non possono fare.
Tutta la rabbia e la frustrazione di un uomo può riversarsi sulla donna e l’attuale è proprio un brutto momento per nervi e cervello.
È anche un brutto momento per i valori, un periodo di confusione e degrado generale che va dalla politica alla vita di tutti i giorni.
Le difficoltà ci logorano, ci rendono cattivi, non è vero che ci rendono più buoni, anche se c’è ancora la solidarietà, per fortuna…
In questo 8 marzo non posso non pensare alle donne vittime della stupidità maschilista, a volte travestita anche da «dogmi» religiosi.
Le donne, vengono ancora violentate, stuprate, picchiate, imprigionate e si ancora lapidate o essere condannate a morte per motivi incomprensibili per il teorico livello di «civiltà» raggiunto.
Non posso fare a meno di pensare, ad esempio, agli attacchi a una donna come Giorgia Meloni. Gli insulti e gli attacchi continui non vanno letti solo in chiave politica, no, è una donna, capace e determinata.
In un suo video, in risposta all’attacco sul quotidiano La Repubblica, parla di un’altra donna: Aung San Suu Kyi, ma questa è un’altra storia!
Storie di donne che si intrecciano. Storie di donne che tutti i giorni vanno avanti per loro, per i loro figli, per le loro famiglie.
Storie di donne, coraggiose, al di là del ruolo e della condizione sociale.
Oggi, 8 marzo 2021, non è un bel giorno, il ricordo di quelle lavoratrici bruciate vive scotta, forse più di quanto dovrebbe!
Ernesta Cambiotti