IL VIDEO DI BEPPE GRILLO

Una difesa del figlio
sguaiata ed inaccettabile

 

Le urla di Beppe Grillo, il suo volto, il suo smanettare, hanno un senso che va al di là dello sdegno che hanno generato in tanti. Nel video postato da Grillo sulla sua pagina Facebook non c’è solo la rabbia di un padre che cerca di difendere il figlio da quella che vuol fare apparire come ingiustizia.

Con un brutto video Beppe Grillo difende il figlio accusato di stupro di gruppoEppure Grillo è il garante di un movimento che nasce sulla colpevolizzazione e la pubblica gogna di chi, secondo parametri ben definiti, va contro gli interessi del popolo.

Una vittima è una vittima, fino a prova contraria e va tutelata oltre ogni ragionevole dubbio. Il colpevole diventa tale, definitivamente dopo il terzo grado di giudizio.

In questa squallida vicenda la vittima è una donna, una giovane donna. E si sa, ancora oggi la donna è una preda.

A nulla sono servite le lotte, i martiri, le denunce e il progresso. Le donne vengono ancora maltrattate, terrorizzate, seviziate e stuprate, anche nella «civilissima» Italia.

Il clima di terrore e le limitazioni alla libertà di movimento generato dalla realtà pandemica hanno peggiorato i rapporti tra le persone, hanno alterato la percezione, forse, del concetto di lecito e illecito.

A 19 anni non può essere normale divertirsi e ubriacarsi ballando «con il pisello di fuori», soprattutto quando si è quattro contro una.

Beppe Grillo finge di ignorare, lo ha sempre fatto, che esiste il rispetto, quello per la persona. Gli insulti, gli strilli, non vanno più di moda. Il Movimento ha fatto il suo tempo.

I fatti personali, bruciano e possono pesare in maniera diversa quando ti coinvolgono, ma un conto è lo «strillo» da comico, un conto lo è da politico.

La dignità di una giovane donna, calpestata così vergognosamente, grida vendetta per tutte le donne considerate ancora oggetto di piacere e mere fattrici da tanti maschi che, in fondo in fondo le temono e sono coscienti di essere inferiori al sesso «debole», per tanti aspetti.

Ernesta Cambiotti

 

 

 

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