ELEZIONI AMMINISTRATIVE/2

Il Cd non conquista le città,
vediamo perché

Amministrative 2021. Il Centrodestra si aggiudica la Regione Calabria ma non vince nelle città

 

Nella tornata amministrativa del 3 e 4 ottobre, caratterizzata da un astensionismo che ha riguardato il 50% degli elettori, il Centrodestra ha perso una buona occasione per insediare propri sindaci nelle grande città.

Amministrative 2021. Il Centrodestra si aggiudica la Regione Calabria ma non vince nelle cittàAl governo nella gran parte delle Regioni e forte dei sondaggi nazionali che la quotavano sopra il 40% dei consensi, la coalizione composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia ambiva a portare un vento di cambiamento nelle città amministrate dal Partito Democratico e dal Movimento Cinque Stelle.

Così non è stato. Il Cd ha mantenuto la Regione Calabria, dove è stato eletto governatore Roberto Occhiuto, ma non è riuscito ad imporsi nelle elezioni comunali.

Il Pd si è riconfermato a Milano, Bologna, Salerno, Ravenna, Rimini. È andato al ballottaggio a Varese e Caserta. E, soprattutto, ha sostituito il civico di sinistra a Napoli ed è andato al ballottaggio nelle due ex città bandiera del partito di Grillo: Roma e Torino.

Il vero perdente delle elezioni è proprio il Movimento Cinque Stelle in via di sparizione negli Enti locali.

Il Centrodestra, al di là della delusione per il mancato successo, mantiene Novara, Pordenone, Grosseto, ed è in ballottaggio contro la sinistra a Latina, Trieste, Isernia, Caserta, Cosenza, Savona. Oltre che a Roma e Torino.

Fdi cresce, la Lega cala

Tra i partiti della coalizione Fratelli d’Italia è in crescita ovunque, con il 17,7% a Roma, il 9,9% a Milano e il 10,6% a Torino.

La Lega arretra di molto, non tanto rispetto alle Comunali del 2016, quanto rispetto al risultato raggiunto nel 2019 alle Europee. A Milano, dove il calo ha fatto più rumone, passa da 27,4% al 10,8%, mentre a Roma dal 25,8% scende al 6,1%.

Forza Italia, oltre a mantenere la presidenza della Calabria, registra scostamenti contenuti rispetto alle elezioni più recenti. Si attesta al 7,2% a Milano, al 6,5% a Napoli, al 5,3% a Torino, al 3,8% a Bologna e al 3,6% a Roma.

Le ragioni del mancato successo

Diverse sono a nostro avviso le cause che hanno determinato l’insuccesso o, se si preferisce, la mancata vittoria del Centrodestra.

Innanzitutto la scelta dei candidati civici. Che non è sbagliata in se, ma che non si può concretizzare in nomi scelti all’ultimo minuto. Senza che questi siano stati assimilati dall’elettorato e senza che abbiamo potuto predisporre e far conosce se stessi e le loro proposte.

In secondo luogo dobbiamo considerare la storica difficoltà di Lega e Fdi a parlare all’elettorato della grandi città, e in particolare quello delle zone «bene», più sensibile ai luoghi comuni della sinistra egemone nei media mainstream.

Il peso della pandemia e delle inchieste ad orologeria

Sugli esiti del voto ha inciso, a nostro avviso, anche la stanchezza determinata dalla pandemia che ha genericamente favorito l’astensione nelle elezioni cittadine, in passato sempre molto partecipate.

Un effetto negativo verso gli elettori del Centrodestra potrebbero avere avuto anche le posizioni critiche di Salvini e della Meloni nei confronti del green pass.

È ragionevole ritenere che le posizioni dei due leader siano risultate indigeste a una quota di imprenditori e commercianti, artigiani e ristoratori desiderosi di vedere raggiunta al più presto una presunta immunità di gregge per non vedere pregiudicati i loro pur legittimi affari. E i voti persi non sempre sono andati a Forza Italia, apertamente favorevole al passaporto verde.

Hanno inoltre inciso le frizioni degli ultimi mesi, tra Fdi e Lega, in competizione per il primato nella coalizione, e le inchieste ad orologeria lanciate a pochi giorni dal voto contro la Lega, con l’affaire Morisi, e contro Fdi con il caso Fidanza.

Lo sconosciuto Michetti e l’incomodo Calenda

I candidati sindaci di Roma Michetti, Gualtieri, Calenda e Raggi. I primi due al ballottaggio 1l 18 e 18 ottobreUna parola in più deve essere spesa per la Capitale. Nonostante sia stato lanciato troppo tardi nella competizione, lo «sconosciuto» candidato sindaco Enrico Michetti ha raggiunto il ballottaggio con tre punti di vantaggio sull’ex ministro del Pd Roberto Gualtieri.

Sulla sua percentuale raggiunta pesano negativamente i malumori filtrati in alcuni ambienti dei partiti della coalizione, che si sono concretizzati in un buon numero di voti «disgiunti», dove insieme ad uno dei partiti di Cd è stato votato il candidato sindaco Carlo Calenda. Ne gli hanno giovato le improvvide dichiarazioni in favore di quest’ultimo attribuite al numero due della Lega Giancarlo Giorgetti.

Deputato europeo del Partito Democratico Calenda si è autocandidato per il seggio più alto del Campidoglio con un anno di anticipo. Grazie alla sua lunga rincorsa ha potuto farsi conoscere e valutare dai romani che l’hanno gratificato portandolo a sfiorare il 20% dei consensi, grazie ai quali ha relegato la sindaca uscente Virginia Raggi al quarto posto.

Incassati i suoi consensi, l’ex viceministro dello sviluppo economico nei governi Letta e Renzi, ha subito «ricompensato» gli elettori di centrodestra che al primo turno gli hanno accordato fiducia con l’indicazione di Gualtieri per il voto al ballottaggio.

Ora il 17 e 18 ottobre la parola torna agli elettori. C’è da augurarsi che gli astensionisti del Centrodestra e i votanti in libertà del primo turno, ci facciano stavolta una gradita sorpresa.

Vincenzo Fratta

 

 

AMMINISTRATIVE 2021

Astensionismo, o il fallimento della politica del 5 ottobre 2021

 

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