MATTARELLA HA SCIOLTO LE CAMERE

L’Italia il 25 settembre
torna a votare

Camere già sciolte ed elezioni politiche il 25 settembre

 

Lo scioglimento delle Camere e l’indizione delle elezioni politiche per il 25 settembre ha posto fine al Governo di Unità Nazionale. Un definizione altisonante ma posticcia. La sbandierata «unità nazionale» non c’è mai stata. Perché, semplicemente, non poteva esserci. I vari partiti, e i rispettivi elettorati, hanno idee, sensibilità e obiettivi diversi. Che si risolvono, fatalmente, in una lunga serie di incompatibilità.

Il saluto di Mario Draghi stamane alla Camera dei DeputatiSe li riunisci a forza, e in nome dell’emergenza, lo devi sapere: o prima o dopo quelle differenze torneranno a manifestarsi. A manifestarsi. O a esplodere.

L’idea di emergenza, infatti, dovrebbe essere legata a problemi specifici. Da affrontare con misure altrettanto specifiche. Ed è solo su queste che si può chiedere, e ottenere, che si mettano da parte le divergenze generali in favore di accordi circoscritti.

L’estensione dell’«emergenza»

È avvenuto il contrario: il concetto di emergenza è stato espanso a dismisura e se ne è fatto il pretesto per interventi di vastissima portata. Nel suo discorso di ieri al Senato Mario Draghi lo ha affermato, e addirittura rivendicato, in maniera inequivocabile: «La stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato a larghissima maggioranza da questo Parlamento, ha avviato un percorso di riforme e investimenti che non ha precedenti nella storia recente».

La concatenazione logica – logica ma perversa – è basata su tre passaggi. Il primo è la pandemia (o meglio: la gestione della pandemia, che ha messo in ginocchio l’economia nazionale). Il secondo sono i finanziamenti europei del Pnrr come unico rimedio possibile per ridare slancio alle imprese e al mercato del lavoro. Il terzo è che il Parlamento e il governo si adeguassero in toto alle condizioni stabilite/imposte dalla Commissione Ue per poter accedere ai fondi del Piano.

Dal Pnrr alla guerra in Ucraina

Alle problematiche legate al Pnrr si è aggiunta poi la guerra in Ucraina. Che è stata prontamente assunta come un ulteriore fattore di emergenza. Poiché portava a risposte obbligate sul piano internazionale (le sanzioni contro la Russia, con i pesantissimi contraccolpi che ne sono derivati a nostro danno) era esclusa a priori ogni possibilità di dissenso. O anche solo di distinguo.

Hai «scelto» di aderire alla maxi coalizione pro Draghi? Bene. Allora ti devi adeguare in tutto e per tutto. Lui – l’Unico e il Solo – sa ciò che si deve fare e non bisogna ostacolarlo, né indispettirlo, in alcun modo. Tanto grande è la Sua competenza, tanto magnanima è stata la sua disponibilità ad assumersi il compito di presidente del Consiglio, che una totale e reverente ubbidienza è il minimo…

Si vota. Si torna alla politica

Oggi finalmente l’epilogo. Mario Draghi alla Camera si è limitato ad un saluto e ad incassare l’applauso dei deputati, per poi andare a formalizzare le dismissioni dal presidente della Repubblica.

Sergio Mattarella, dopo una protocollare consultazione con i presidenti di Camera e Senato nel pomeriggio ha sciolto le Camere.

Il Consiglio dei Ministri a stretto giro ha comunicato la data delle elezioni fissata per il 25 settembre.

Finalmente si vota dunque. Il Centrodestra appare favorito ma molto dipenderà da come verranno gestiti i due mesi che ci separano dalla consultazione. Le tre componenti principali, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, hanno attraversato la legislatura, e più che mai l’ultimo anno e mezzo, su posizioni tutt’altro che omogenee.

Occorrerà appianare subito eventuali divergenze che si potrebbero presentare per confermare così le previsioni dei sondaggi e dare vita ad un governo stabile ed incisivo. E finalmente politico, nel senso pieno e migliore del termine.

Gerardo Valentini

 

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