GIORNO D.RICORDO/2 I NEGAZIONISTI ROSSI

Nessuna solidarietà per
l’esodo, né pietà per i morti

Monumento in ricordo della tragedia delle Foibe vandalizzato dai comunisti

 

Un vasta parte della sinistra si ostina a negare la realtà e la gravità della tragedia che si abbatté sulle popolazioni italiane dell’Istria e della Dalmazia alla fine della Seconda guerra mondiale. Con modi e intensità diverse, secondo le loro specifiche, hanno dato il peggio di loro dai negazionisti dell’Anpi ai Centri sociali imbrattatori, da Vauro a Rizzo, fino agli esponenti del Pd che hanno abbandonato le celebrazioni con il pretesto dell’intervento del vicepresidente Gasparri in rappresentanza del Senato.

La targa del monumento in ricordo della tragedia delle Foibe imbrattato a VeneziaPrima di passare brevemente in rassegna le loro imprese, gli rinfreschiamo la memoria con il «memorandum sulle foibe» postato da Marcello Veneziani sulla sua pagina Facebook: «’Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città… Non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già scarsi’.

È Salvini, è CasaPound o il Fronte Nazionale che scrive dei migranti? Nossignori, è l’Unità, organo del Pci, del 30 novembre 1946 a proposito dei profughi istriani, dalmati, giuliani. Italiani doc, che secondo i comunisti fuggivano non da un nemico ‘ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori’.

Capito? I comunisti infoibatori erano ‘alito di libertà’, ‘eserciti liberatori’. E i profughi, cacciati dalle loro case, sopravvissuti alle foibe, erano abusivi da respingere… Basterebbe solo questo per capire tutto il resto, l’omertà, la falsificazione, il negazionismo. E ora i convegni dell’Anpi sulle foibe…

Infine una nota, hanno rotto una lapide dedicata alle foibe e imbrattato di rosso un monumento ai carabinieri caduti. Ma solo un cretino in malafede dirà che sta tornando il comunismo. Invece basta anche meno per dire che sta tornando il nazismo…».

Accanto alle Foibe c'è il ricordo dell'esodo della popolazione italiana dall'Istria e dalla Dalmazia«Il Giorno del Ricordo – ha ben sintetizzato Barbara Fruch sul portale ‘Orwell’ – è un nervo scoperto, una memoria che non riesce a essere condivisa, perché è sfuggito alle maglie della censura storica dei vincitori. Costituisce quindi una ‘pietra d’inciampo’ sul percorso della vulgata resistenziale e, di conseguenza, scatena quelle stesse reazioni isteriche di cui fu vittima anche Giampaolo Pansa. Così, dal più piccolo dei paesi fino al cuore dei Palazzi romani, si moltiplicano le minacce, gli insulti infami e i vandalismi. In una parola odio diffuso a piene mani, nonostante uno degli argomenti centrali nel dibattito di questi mesi sia proprio la lotta allo hate speech».

Ad infangare la memoria degli italiani morti nelle Foibe ha cominciato l’Anpi del Friuli-Venezia Giulia che ha organizzato nella sede del Senato di palazzo Madama un convegno giustificazionista dal titolo «Il fascismo di confine e il dramma delle foibe». Gli ha fatto eco l’Anpi leccese che ha definito la medaglia d’oro, sevizia e infoibata dai partigiani, Norma Cossetto una «presunta vittima» delle foibe. Sempre l’Anpi, insieme all’Istituto per la resistenza, è riuscita a farsi aggiudicare dal Comune di Treviso due conferenze legate al Giorno del Ricordo.

Targa stradale imbrattata dai negazionisti della tragedia delle FoibeA Ravenna e in provincia, invece, alcune commemorazioni pubbliche sono state affidate dalla sinistra a Sandra Kersevan, animatrice della casa editrice KappaVu di Udine, nota negazionista, arrivata al punto di contestare sia le ricostruzioni sull’eccidio di Porzus sia la funzione della foiba di Basovizza.

A Roma il M5S in Consiglio comunale si è rifiutato di discutere la mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria a Norma Cossetto. Una vergogna senza precedenti che insulta la memoria di una giovane martire e di una delle più grandi tragedie della storia d’Italia. A Firenze è stata negata l’autorizzazione ad ospitare una mostra di vignette di Alfio Krancic, il notissimo vignettista originario delle terre dell’esodo.

C’è poi tutto il capitolo delle lapidi in ricordo delle Foibe imbrattate o divelte. È successo fra l’altro a Casale Monferrato (AL) dove sulla la lapide posta a ricordo della tragedia delle foibe è stata dipinta una falce e martello.

Deposizione della Corona di fiori alla Foiba di BasovizzaTra le prese di posizione negazioniste a spararla grossa è stato il vignettista Vauro secondo il quale «Il Giorno del Ricordo è un trucido strumento di propaganda sovranista e neofascista», Vauro ai microfoni dell’agenzia Adnkronos ha perfino attaccato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver parlato di «crimini di guerra» e non delle «angherie fasciste». Insulti senza precedenti che fanno male a tutto il Paese.

Ha fatto chiaramente capire come la pensa il comunista Marco Rizzo con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook che, sotto la foto sorridente di una partigiana titina, recita: «Il revisionismo vuole equiparare le vittime ai carnefici. Non permettiamoglielo».

Sia pur con un tenore diverso, anche il Partito Democratico non si è sottratto ad una presa di distanza dal significato del 10 febbraio. La deputata Debora Serracchiani e gli altri rappresentanti Pd hanno abbandonato la cerimonia del Ricordo in corso alla Foiba di Basovizza perché in rappresentanza del Senato ha svolto il suo intervento il vicepresidente Maurizio Gasparri.

«Purtroppo Basovizza – si è giustificata l’ex presidente della Regione Friuli – viene ormai utilizzata come palcoscenico in cui sfila la destra sovranista».

Lascia un commento