GLI ATTACCHI ALL’ITALIA

Francia e Spagna,
stessa paura stessa lagna

Mentre Francia e Spagna attaccano strumentalmente l'Italia, Giorgia Meloni prosegue le sue consultazioni con i governi europei

 

È una catena d’odio, quella che dalla vittoria delle elezioni, circonda il Centrodestra. In realtà qualcosa c’era stato pure prima. Cantanti, attori e gente dello spettacolo in generale, si sono sgolati insultando i politici di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

Il presidente Macron in grandi difficoltà in una Francia scossa da continue proteste contro il suo governoOgnuno di loro ha dato un «piccolo» contributo sulla bilancia della riconoscenza a chi gli ha permesso di arrivare. A distanza di mesi nulla è stato interrotto. E se, finalmente, il mondo dello spettacolo tace in attesa di rimodellarsi ai nuovi astanti, l’attacco giunge ora anche dall’estero.

Sono oramai diventate quasi un classico le accuse francesi al Governo Italiano che si alternano scambievolmente dai leader d’oltralpe. Personaggi alle prese ancora oggi con i postumi del colonialismo, (ma aggiungerei anche del post colonialismo) che non hanno ancora digerito la vittoria di chi non è allineato al «sinistro» pensiero unico.

Ora spuntano anche gli spagnoli, preoccupati dal mercato del lavoro italiano e dai contratti relativi. Singolare, unica. Una fratellanza internazionale volta a screditare le istituzioni italiane in ossequio alla direttrice comunitaria sempre più minacciata dalle elezioni del 2024, dove sicuramente rischieranno «il posto di lavoro».

L'esponente comunista spagnola Yolanda Díaz, ministro del Lavoro e vicepresidente del governo Sanchez IIAd attaccare l’Italia dalla Spagna è stata la ministra del Lavoro e vicepresidente del governo Sanchez II, Yolanda Díaz, esponente di uno degli ultimi partiti comunisti esistenti in Europa.

Giorgia Meloni ha deciso per il momento di non dare troppa importanza alle accuse giunte d’oltralpe, anche se è per lo meno inconsueto che gli attacchi vengano da ministri in carica di governi dell’Ue. Di prassi le critiche nei confronti di uno Stato estero vengono invece espresse da semplici esponenti politici di forze avverse.

Intanto in Italia…

Alla Sinistra italiana e non solo, non sono bastati gli endorsement dei più importanti gruppi editoriali internazionali, la presa d’atto della democraticità e costituzionalità dell’esecutivo Meloni.

La realtà è che si è deciso di ostacolare questo governo, legittimamente eletto non più con l’alternativa sociale e politica ma semplicemente con l’odio e la messa in guardia dal pericolo autoritario.

Ma c’è di più ora si è aggiunto anche l’odio dei Social. L’insulto alla malattia di Berlusconi, ma anche l’odio contro chi da destra, ha espresso solidarietà alla scrittrice Michela Murgia, colpita da un durissimo male. Indegni, secondo molti, di augurarle una pronta guarigione.

D’altronde di che pasta erano fatta questi «signori» lo avevamo capito già tanto tempo fa, quando si scagliarono contro l’indimenticabile Oriana Fallaci, rea di aver espresso tutto il suo sdegno per la pesante deriva dell’integralismo islamico, conseguente agli attentati dell’11 Settembre 2001.

Una sinistra nostalgica e inconcludente

Purtroppo questo fiume di livore difficilmente troverà delle anse in grado di rallentarlo. Meloni e «compagni» sono marchiati da un peccato originale che affonda le sue radici, secondo alcuni, nel Nefasto Ventennio autoritario.

Una colpevolezza che va oltre l’aspetto anagrafico (Giorgia è nata negli anni 70’) una colpevolezza con cui si vuole oscurare quella che è una Destra moderna, legata alla Comunità Europea, che nulla può avere a che fare con i minuscoli gruppi oltranzisti e nostalgici che caratterizzano il substrato reazionario europeo.

A Sinistra c’è il «nulla cosmico», mancanza di proposte, mancanza di volontà di affrontare seriamente i tema delle riforme, ma soprattutto uno scollamento pauroso rispetto alle vecchie battaglie del Partito Comunista Italiano del dopoguerra.

Per tutti si può citare l’esempio di Roma. Qui il Pd regna incontrastato in due Municipi, il Primo (Zona Centro) e l’altro nella zona dei Parioli, da sempre regno incontrastato dell’alta borghesia romana.

Oggi è giusto rimpiangere quel Signore della politica che era Enrico Berlinguer, garbato, mai volgare, ma sempre deciso, che riuscì a ridare una coscienza ed una dignità a tutta la classe Operaia Italiana. Giammai con l’odio, riusciranno a ricostruire un simile laboratorio politico.

Massimiliano Burri

 

 

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