Ormai abbiamo visto di tutto. E pensare che amministratori locali, deputati regionali, parlamentari nazionale ed europei dovrebbero rappresentarci in forza della delega fornita con il voto. Poveri illusi che siamo!
Ma in molti l’hanno capito ed è per questo che dilaga sempre più l’astensionismo a ogni appuntamento elettorale.
Sfiducia e delusione serpeggiano tra gli italiani che si sentono sempre più presi in giro.
«Paghette» o «mancette» vengono utilizzate da sempre per addolcire il popolo o più semplicemente categorie o lobby.
Qualcuno ha avuto pure la sfrontatezza di provare a «sconfiggere la povertà», ma lo ha fatto con una misura che si è rivelata inadatta e controproducente.
Si sa che la dignità non te la può dare un sussidio, ma la retribuzione.
I sussidi vanno dati a chi non è non grado di lavorare per diversi motivi.
Invece l’Italia è il paese dove gli invalidi o i titolari di pensioni sociali percepiscono importi irrisori.
Poi ci sono privilegi che non si possono intaccare, come i diritti acquisiti dei parlamentari, che sembrano «diversi» da quelli dei lavoratori.
E allora godiamoci lo spettacolo: ora tocca al Di Maio di turno uscire dai Cinque Stelle, rinnegando l’identità e il pensiero politico con cui si è originariamente messo in gioco.
Ernesta Cambiotti