LA DISSOLUZIONE DEI CINQUE STELLE

Salvare la poltrona,
a tutti i costi

La dissoluzione dei Cinque Stelle. Di Maio se ne va con 60 deputati

 

Ormai abbiamo visto di tutto. E pensare che amministratori locali, deputati regionali, parlamentari nazionale ed europei dovrebbero rappresentarci in forza della delega fornita con il voto. Poveri illusi che siamo!

La brutta politica italiana incentiva l'astensionismoMa in molti l’hanno capito ed è per questo che dilaga sempre più l’astensionismo a ogni appuntamento elettorale.

Sfiducia e delusione serpeggiano tra gli italiani che si sentono sempre più presi in giro.

«Paghette» o «mancette» vengono utilizzate da sempre per addolcire il popolo o più semplicemente categorie o lobby.

Qualcuno ha avuto pure la sfrontatezza di provare a «sconfiggere la povertà», ma lo ha fatto con una misura che si è rivelata inadatta e controproducente.

Si sa che la dignità non te la può dare un sussidio, ma la retribuzione.

I sussidi vanno dati a chi non è non grado di lavorare per diversi motivi.

Invece l’Italia è il paese dove gli invalidi o i titolari di pensioni sociali percepiscono importi irrisori.

Poi ci sono privilegi che non si possono intaccare, come i diritti acquisiti dei parlamentari, che sembrano «diversi» da quelli dei lavoratori.

E allora godiamoci lo spettacolo: ora tocca al Di Maio di turno uscire dai Cinque Stelle, rinnegando l’identità e il pensiero politico con cui si è originariamente messo in gioco.

Ernesta Cambiotti

 

 

Lascia un commento