OMICIDIO MARIOTTINI

Desirée uccisa
ancora una volta

 

Desirée, uccisa non una, ma tante volte. Uccisa, ogni volta che quei maledetti «maschi» la violavano e, uccisa ancora, nel modo peggiore, dalla stessa giustizia o meglio chi la rappresenta.

Per il Tribunale del riesame di Roma non si tratta di stupro di gruppo, perché «le bestie» hanno abusato di lei singolarmente, semplicemente, fino ad ucciderla.

Avevo già scritto di lei, definendo «demoni» i suoi aguzzini. Ora mi sorge il dubbio che il «male» si stia insinuando ovunque, confondendo il limiti del giusto e dell’ingiusto, del lecito e dell’illecito, del vero e del falso.

Essere donna è una «colpa». La donna che appare, con le «infiltrazioni» di culture diverse e l’evidente arretramento della nostra, è un oggetto o una proprietà, fino a diventare una «bambola da sexy shop».

Se viene stuprata, è sua la colpa, magari perché un po’ su di giri o vestita in modo sconveniente, così da trovare le attenuanti per i colpevoli.

In Irlanda una ragazza di 17 anni è stata violentata. L’ uomo è stato arrestato e processato, ma assolto: la vittima se l’è andata a cercare perché indossava un tanga di pizzo quando è avvenuta la violenza. «Guardate il modo in cui era vestita – ha scandito la difesa di fronte al giudice – Portava un tanga di pizzo».

Dal 6 novembre, giorno dell’assoluzione, si è scatenata la protesta in Irlanda e sui social. Da noi quando?

Quando le donne scenderanno in piazza per difendere loro stesse? Le femministe, le strillone portatrici dei diritti di tutto e di tutti, dove sono finite? E gli uomini, non ne è rimasto più nessuno «giusto»?

Io non ci sto. Dico basta e voglio vedere tutta questa brava gente, in primis i politici, cosa dirà, ma soprattutto cosa farà.

Ernesta Cambiotti

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