IL SENATO BOCCIA IL DDL ZAN

«Era una pessima
proposta di legge»

Bocciato il ddl Zan. Soddisfazione di Meloni e Salvini

 

Il Ddl Zan è stato bocciato dall’aula del Senato. La proposta di non passaggio all’esame degli articoli del provvedimento – la cd «tagliola» – è stata approvata con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti.

Il promotore del decreto bocciato Alessandro ZanSi è trattato di una votazione a scrutinio segreto richiesta da Fdi e Lega e dichiarata ammissibile dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati in base ai regolamenti e ai precedenti.

Alla possibile maggioranza di sinistra sono mancati 18 voti. Ora la discussione sui temi legati alla prevenzione e al contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere e disabilità potrà ripartire in commissione non prima di sei mesi, ma necessariamente si dovrà iniziare da un nuovo testo.

«Cala il sipario sul ddl Zan, una pessima proposta di legge – ha dichiarato Giorgia Meloni –, che abbiamo contrastato con coerenza. E nel merito fin dall’inizio. Non abbiamo mai cambiato idea e lo abbiamo dimostrato oggi in Senato»

«Siamo stati l’unico gruppo interamente presente e unito nel voto. È una vittoria che non appartiene solo a noi. Ma anche a tutte le realtà, le associazioni, le famiglie e i cittadini. Che in questi mesi si sono battuti ad ogni livello per denunciare follie. Contraddizioni e aspetti negativi di una follia firmata Pd-Cinquestelle. Di cui l’Italia non aveva alcun bisogno».

Soddisfatti Meloni e Salvini

Giorgia Meloni respinge al mittente il coro di accuse che sale dalla sinistra. Che oggi mastica molto amaro: «Patetiche le accuse di Letta, Conte e della sinistra. I primi ad aver affossato la legge sono i suoi stessi firmatari. Zan in testa. Che in questa proposta hanno scritto e difeso fino alla fine principi surreali. Dal self-id al gender nelle scuole. Che nulla avevano a che fare con la lotta alle discriminazioni».

«Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle che hanno detto no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre» ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini. «Ora possiamo ripartire dalle nostre proposte. Combattere le discriminazioni. Lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione. La teoria gender. E i reati di opinione».

Nelle dichiarazioni di voto sulla «tagliola», la capogruppo Annamaria Bernini ha annunciato il voto di Forza Italia contro il ddl Zan. Anche se nel suo gruppo non sono mancati i voti in dissenso.

Contro il provvedimento si è espresso anche il sen Quagliariello a nome dei sette senatori di «Cambiamo» dentro il gruppo misto.

La sinistra mastica amaro

«Avevamo 149 voti, contati e controllati – fa sapere Loredana De Petris di Leu –, quindi c’è stata una defezione di 18 voti, 16 sono andati al centro destra, 2 astenuti. Le assenze non sono state rilevanti. Il problema è di chi dice una cosa e poi ne fa un’altra». Ammette le defezioni anche Monica Cirinnà del Pd: «Avevamo fatto dei calcoli che si sono rivelati sbagliati. Guardate il pallottoliere e valutate voi».

Pino Lancia

 

 

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