IL MINUTO DI SILENZIO

Un’Italia unita nel lutto
e nel sostegno reciproco

Covid-19 Bandiere a mezzasta al Quirinale e in tutte le sedi comunali

 

Un minuto di silenzio per le vittime del Covid-19 e per dare sostegno a tutti quelli che sono i prima linea. Ore 12 del 31 marzo: l’Italia, già ferma per la guerra al Coronavirus, si è unita in un fortissimo abbraccio virtuale.

Covid-19 Il sindaco di Bergamo osserva il munito di silenzio davanti al MunicipioBandiere a mezz’asta, sindaci con la fascia tricolore davanti alle residenze municipali listale a lutto. Questa è l’Italia che serve. Una nazione impegnata in una guerra devastante, con migliaia di morti e con l’economia che, alla fine dell’anno dovrebbe segnare un -10% del Pil, bloccata.

L’Italia «unita nel lutto e sostegno reciproco» nella lotta contro il Covid-19, una iniziativa dell’Anci, l’associazione che riunisce i comuni italiani, ma accolta da tantissime istituzioni, dai comuni sloveni al confine fino al Vaticano.

Bandiere a lutto in primo luogo in Quirinale: sul balcone che affaccia sulla piazza sono state fatte scendere a mezz’asta dai nostri corazzieri.

Dobbiamo restare lucidi, restare uniti, restare a casa. Ma il pensiero va a tutti quei cittadini titolari di aziende, al momento chiuse, che non sapendo se potranno, prima o poi, riaprire, intanto si frugano in tasca per fare la spesa.

Non dobbiamo dimenticarci, prendendo provvedimenti immediati, anche di tutti quelli che, vivendo ai margini, magari lavorando in nero o sbarcando il lunario con lavoretti saltuari, oggi hanno finito le risorse e sono in preda alla disperazione.

Non dimentichiamoci, poi, di tutti quelli che il caso, la sorte, la sfortuna o anche l’ambiente nel quali sono nati (complice l’assenza dello Stato e la mancanza d’istruzione) sono finiti nella penombra, nell’illegalità.

Se da un lato possiamo tirare un sospiro di sollievo per il drammatico calo di furti, rapine, scippi e spaccio di droga, dall’altro, anche queste persone non hanno più reddito.

Queste persone sono la vera bomba sociale che va disinnescata. Forse questo è il momento di far vedere che lo Stato c’è anche per loro e per le loro famiglie, scalzando i sussidi delle associazioni mafiose e dei cravattari, degli strozzini sempre pronti come avvoltoi.

Chissà che qualcuno di questi malviventi, vedendosi tendere la mano dallo Stato, non torni sui suoi passi e, alla fine di tutto, metta finalmente la testa a posto.

Lino Rialti

 

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