Sei ore di vertice ed un nulla di fatto. Il Consiglio europeo in videoconferenza ha portato ad un rinvio di 15 giorni. Le richieste dei paesi dell’Europa del sud hanno incontrato un fermo diniego da parte di Germania, Olanda ed Austria. Questi paesi, insomma, non si fidano di noi.
Certo, la solidarietà alla base delle istituzioni europee, se si ferma ad accogliere sette o otto malati di Coronavirus, come fatto dalla Germania recentemente, sembra una elemosina buttata ai barboni, ai mendicanti, ai questuanti.
Le posizioni sembrano essere ancora molto distanti e i capi dei governi prendono tempo. Il sogno di Conte e degli altri leader del sud Europa, si è infranto sugli strumenti da mettere in campo per fronteggiare la crisi economica scatenata dal coronavirus. Insomma, no ai Coronabonds.
Se non fosse un momento grigio, anzi nero, sembrerebbe una partita fra scapoli ed ammogliati di fantozziana memoria. Gli ammogliati, quelli del nord, non si fidano dei cicaloni, degli scialacquatori sudisti.
Si tratta infatti di mancanza di fiducia nelle capacità nostrane di ripianare i debiti e ripagarli al creditori. Agli occhi dei teutonici non siamo meritevoli di credito. Hanno paura di rimanere con un pugno di mosche in mano, nel caso non ce la facessimo a ripianare i debiti, dovendo loro, in pratica fare da garanti.
Quindi è stato un no secco sui Coronabonds ed un ripiegarsi sul ricorso al Fondo Salva Stati che contrattualmente è molto stringente, poco se non pochissimo solidale in un momento di disastro e devastazione finanziari, come questo.
Ferme le posizioni della cancelliera tedesca, Angela Merkel, «contraria ai Coronabonds» ed ha negato di aver trattato, nella riunione, del Meccanismo Europeo di Stabilità. La Merkel ha dichiarato comunque di preferire l’applicazione del Meccanismo Europeo di Stabilità e di tutte le sue pesanti clausole.
Nuovo Consiglio Europeo fra due settimane
Il documento finale del Consiglio Europeo, recapitato alle agenzie di stampa, rinvia tutto a due settimane, tempo nel quale i peones dei singoli governi dovranno lavorare duro per trovare la quadra. Comunque il documento non contiene riferimenti al Mes o ad altre soluzioni come i Coronabonds. Insomma lo scontro frontale si percepisce chiaramente anche dal documento finale: nessun accordo.
Per ora le minacce di Italia e Spagna di non firmare le conclusioni del vertice non hanno sortito l’effetto sperato. Giuseppe Conte, a testa bassa, attacca e chiede a Germania, Austria e Olanda «una risposta forte ed adeguata».
Il premier italiano, retoricamente, si è chiesto durante il vertice «cosa diremo ai nostri cittadini se l’Europa non si dimostra capace di una reazione unitaria, forte e coesa di fronte a uno shock imprevedibile e simmetrico di questa portata epocale?» E ha poi espresso perplessità nell’utilizzo del Mes, essendo, ha detto, «stato creato in un momento storico diverso, non emergenziale».
Conte ha dimostrato, insomma, un piglio inaspettato, soprattutto alla fine, quando non l’ha mandata a dire al fronte nordista che insisteva sul Meccanismo di Stabilità e sul no ai Coronabonds. Ha esordito gelando tutti quelli che insistevano sul Mes: «Se fosse questo non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno, le conseguenze del dopo Covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi ma domani mattina».
Il primo tempo della partita tra scapoli ed ammogliati è finita con parecchi strattonamenti e prese per la maglia, diversi legni e nessun goal. Tra quindici giorni il secondo tempo. Speriamo che non si debba andare ai supplementari, l’economia infettata dal Coronavirus non può attendere.
Lino Rialti