LA PREMIER AL CONGRESSO DELLA CGIL

«Non sapevo che Chiara Ferragni
fosse una metalmeccanica»

Maurizio Landini segue sul monitor l'intervento di Giorgia Meloni al Congresso della Cgil

 

Accogliendo l’invito del segretario Maurizio Landini, venerdì 17 marzo Giorgia Meloni ha preso a parola al congresso della Cgil. Entrata dalla porta principale, nonostante gli organizzatori pensavano potesse utilizzare un’entrata secondaria, la premier ha parlato per 32 minuti davanti alla platea di mille delegati.

Maurzio Landini introduce Giorgia Meloni sul palco del Congresso della CgilPrima del suo intervento 24 esponenti della minoranza del sindacato hanno inscenato una breve protesta e hanno lasciato la sala, lasciando sui banchi dei pupazzetti di peluche mentre alcuni intonavano Bella Ciao.

Si è trattato di un evento di grande rilievo non soltanto perché era dal 1996 che un presidente del Consiglio non si recava all’assise del più grande sindacato italiano, ma perché a farlo era la leader di Fratelli d’Italia ovvero del partito teoricamente più lontano dall’orientamento politico dei padroni di casa.

Durante il suo intervento Giorgia Meloni ha ribadito il No al Salario minimo e al Reddito di cittadinanza, e ha difeso la riforma del fisco.

Marco Biagi e Argentina Altobelli

Ha ricordato Marco Biagi, il giuslavorista ucciso nel 2002 dalla Brigate Rosse e Argentina Altobelli (1886.-1942), prima donna a diventare dirigente sindacale.

Ha poi condannato «l’inaccettabile attacco degli esponenti di estrema destra alla sede della Cgil» del 2021 e la violenza degli anarchici delle ultime settimane.

Al termine dell’intervento la premier si è intrattenuta per quaranta minuti a colloquio con Maurizio Landini in una saletta riservata.

L’importanza della presenza di Giorgia Meloni al Congresso della Cgil è stata sottolineata dai principali esponenti del suo partito e dagli alleati di Governo, ma anche da numerosi commentatori della stampa nazionale.

La scelta del confronto

Per tutti il leader dell’Udc Lorenzo Cesa che ha parlato di «una relazione straordinaria davanti a una platea che ha saputo ascoltare. Di diversità di vedute con la Cgil che, grazie ad una platea rispettosa, hanno dato vita ad un confronto leale e magari aspro, sale per una sana democrazia».

Dall’opposizione il solo commento degno di nota è venuto da Carlo Calenda: «Meloni è stata coraggiosa ad andare e Landini è stato coraggioso ad invitarla. Pugni chiusi, uscite dalla sala e Bella Ciao – da chi vuole levare il sostegno agli ucraini che resistono davvero – sono solo folcloristiche pagliacciate di contorno».

Ci ha scherzato su la stessa Giorgia Meloni nelle prime batture del suo intervento. Dopo aver ringraziato Landini e la Cgil per l’invito, ha ringraziato anche lo sparuto gruppetto di contestatori, ironizzando sullo slogan «pensati sgradita» con la quale hanno parafrasato la scritta impressa sulla maglietta sanremese della nota influenzer. «Non sapevo – ha detto sorridendo la Premier – che Chiara Ferragni fosse metalmeccanica».

Erica Di Santo

 

 

 

 

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