LA PIAZZA CHE BRUCIA ALLA SINISTRA

Come ti demonizzo
Salvini, Meloni & C.

 

La manifestazione di San Giovanni è stata preceduta e poi seguita dai tentativi di demonizzazione tanto cari alla sinistra e alla stragrande maggioranza dei mass media che direttamente o indirettamente le fanno capo. Lo spiega bene la giornalista Annalisa Terranova in un post sulla sua pagina Facebook che vale la pena di riportare interamente: «Prima hanno tentato la demonizzazione dei saluti romani. Si è prestata anche Mara Carfagna, si è accodata pure Virginia Raggi. Donne cresciute in politica grazie a un tutor e dunque destinate ad operazioni politiche deludenti. Non è riuscita. I mostri di CasaPound non hanno fatto i danni sperati.

Allora che si fa? Si passano al setaccio i discorsi. Si prova con quell’accenno di Zaia ai manganelli da ridare ai poliziotti. Scandalo. Ma i manganelli i poliziotti già li hanno, e hanno pure le pistole. Non funziona questa demonizzazione qua.

Si prova col muro evocato da Meloni contro gli immigrati clandestini. Poi qualcuno deve avere ricordato allo sciagurato che ha tentato questa strada che l’unico muro anti-immigrati fatto in Italia lo fece a Padova un sindaco del Pd. E allora si cambia tattica.

Si prova col vittimismo legato al mondo Lgbt. Si prende ancora una frase di Giorgia Meloni: ‘Non siamo codici, ci vogliono senza identità, io sono Giorgia, sono madre, sono donna, sono cristiana’. E anche dire ciò, cioè definirsi, diventa uno scandalo. Diventa in un titolo manipolatorio di Repubblica la crociata di Meloni contro i gay.

Sono miserabili tentativi di arginare l’antipatia che li travolgerà. Io li trovo ormai insopportabili da tempo. Ma voglio ricordare che un marxista come Costanzo Preve diceva appunto che era la società capitalista ad avere bisogno di codici senza identità, numeri che consumano e che hanno solo da difendere non la dignità di persona ma il proprio potere di consumatori. Preve la pensava proprio come Giorgia Meloni.

Nel suo linguaggio filosofico e non retorico-propagandistico diceva la stessa cosa. Non facciamoci togliere lo specifico delle nostre persone. Tutto qua. Si può ancora dire? Evidentemente anche questo già disturba il tribunale progressista.

In modo molto veloce veniamo privati del potere della parola che identifica. È questo il vero dramma, stolti. Altro che CasaPound».

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