SALVINI A SPOLETO

La delusione
di un leader responsabile

 

Un Savini provato, quello che mi sono trovata di fronte ieri sera a Spoleto. Le sue parole impregnate di amarezza per il fallimento di un progetto «anomalo» di esecutivo, frutto di un intenso e faticoso confronto tra la Lega e il M5S. Io non ho mai visto di buon occhio un governo giallo verde, ma, al punto in cui si era arrivati, con la tempestiva dichiarazione di Savona sulla sua posizione sull’Europa: «la voglio diversa, più forte e più equa» veniva eliminato lo scoglio dell’anti europeismo, non presente nel «contratto di Governo».

È chiaro a tutti, che un’Europa così com’è, non piace e nondimeno piace l’ingerenza nelle nostre scelte. Mattarella, secondo il mio parere, ha commesso due errori, il primo di non aver dato un incarico al centro-destra, di fatto «vincitore» delle elezioni; un passaggio parlamentare era opportuno. Il secondo, che una volta accettato il programma del nascente governo, ha messo il veto su un ministro, competente e, infine, rassicurante sul tema Ue.

Il braccio di ferro tra il Colle e le due forze politiche non rafforza la nostra posizione in Europa, ma forse «stuzzica» gli Italiani, li rende vogliosi di riprendersi la libertà di scegliere chi deve governarci, di valutarne le scelte politiche, economiche e finanziarie, rifiutando i condizionamenti delle lobbies e dei poteri forti. A questo punto, si, che il rapporto con l’Unione Europea andrà rivisto. Sappiamo che l’Italia è indispensabile per la sua sopravvivenza. Uno scontro duro, rischia di lasciare troppi «morti» in terra e di azzerare i sacrifici imposti, a volte inutilmente, alla nostra gente.

Ernesta Cambiotti

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