L’amministrazione Usa guidata da Donald Trump ha deciso di sfidare la Cina ed ha approvato la vendita di armi avanzate per un valore di 1,81 miliardi di dollari a Taiwan.
La Defense Security Cooperation Agency (Dsca) del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha ufficialmente notificato al Congresso le vendite dopo che queste erano state già approvate dal dipartimento di Stato.
Secondo quando riferito da un comunicato stampa della Dsca la fornitura comprende 135 missili Agm-84H Standoff Land Attack Missile Expanded Response (Slam-Er); quattro missili telemetrici Atm-84H Slam-Er; e 12 Catm-84H Captive Air Training Missiles (Catm).
Nelle intenzioni dell’amministrazione statunitense grazie a questa nuova dotazione Taiwan «sarà in grado di impiegare un sistema altamente affidabile ed efficace per aumentare la propria efficacia di combattimento in base alle esigenze, che può contrastare o scoraggiare le aggressioni con una precisione dimostrata contro i bersagli di superficie» come riporta il comunicato stampa.
La Cina considera Taiwan una propria provincia e non ne ha mai riconosciuto l’indipendenza e fino ad oggi ha sempre reagito con veemenza a questo tipo di accordi tra Washington e Tapei mentre l’amministrazione Trump ha intensificato il sostegno militare e diplomatico a Taiwan negli ultimi mesi. La mossa si inserisce in un contesto di tensioni tra Washington e Pechino, già forti su questioni come il commercio, il Tibet, Hong Kong e il Mar Cinese Meridionale.
Solo la settimana scorsa le autorità di Pechino avevano esortato il Pentagono a interrompere immediatamente la vendita di armi pianificata a Taiwan e a cessare i contatti militari con l’isola.
Fabrizio Di Ernesto
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