GRAN BRETAGNA

Boris Johnson annuncia
i primi paletti

Regno Unito: Boris Johnson annuncia lo stop dal 2021 ai lavoratori europei non qualificati

 

C’era solo da aspettare. Il Regno Unito prepara le barricate, alza i muri veri, quelli burocratici. Nel 2021 si inizia… Ora che la Gran Bretagna è definitivamente fuori dall’Europa, passati i periodi di transizione, insomma quest’anno, arrivano i primi dictat.

Carnaby Street a Londra, ricca di ristoranti e negozi di grandi catene I primi stop agli immigrati con bassi profili professionali, i non specializzati, e la prima barriera: la lingua, quella inglese ovviamente, che dovrà essere declinata correttamente se si vorrà sperare di arrivare legalmente nell’isola di Sua Maestà Elisabetta Seconda, regina di Gran Bretagna, Irlanda del Nord e di tutti i reami del Commonwealth.

Addio ai giovanissimi lavoratori londinesi, addio ad esperienze lavorative interessanti in gioventù, quando intanto si perfezionava la lingua e si conoscevano culture, usi e costumi da ogni parte d’Europa.

Si vorrebbe copiare la politica del primo ministro australiano Scott Morrison. Insomma Boris Johnson, attraverso il suo ministro dell’Interno, la quarantanovenne Priti Patel, falco della destra Tory, dalla lunga e folta chioma nero corvina che tradisce le origini indiane, dimenticando proprio le sue origini indiane e poi ugandesi, si accinge a rendere l’immigrazione quasi impossibile. Priti Patel, appena confermata nell’incarico, non vuole deludere il suo Boris.

Il numero magico per ottenere il permesso di soggiorno è 70. Infatti saranno 70 i punti minimi necessari per ottenere i documenti per vivere e lavorare in UK.

Come si acquisiranno? Si guadagneranno 10 o 20 punti per voce a chi avrà già in mano offerte di lavoro da 25.000 sterline l’anno in su. Poi conteranno molto titoli di studio specifici, che potranno cambiare a seconda dei bisogni occupazionali ed ovviamente la conoscenza della lingua inglese.

Le opposizioni, ovviamente, hanno contestato questa strategia, sostenendo che questo modello, quello pseudo-australiano, filtra e funziona ma incoraggia l’immigrazione, almeno di chi rientra nei parametri richiesti, mentre la versione britannica minaccia di scoraggiarla.

I Labour hanno chiesto di ammettere delle eccezioni in settori strategici come la sanità (i ruoli infermieristici sono coperti attualmente in buona parte da stranieri). La Confederazione degli industriali inglesi (Cbi) ha elogiato alcuni aspetti della riforma ma non senza riserve sui rischi di limitazione nel reperimento della forza lavoro da parte del business.

La ministra Priti Patel ha replicato che le imprese britanniche possono contare su di un bacino attuale di oltre tre milioni di cittadini europei che non verranno afflitti dalle nuove regole e che le imprese si dovranno modernizzare ottimizzando la mano d’opera che dovrà essere sempre più tecnologicamente preparata.

Lino Rialti

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