VENEZUELA

Una taglia Usa
sul presidente Maduro

Sulla testa di Nicolas Maduro una taglia Usa di 15milioni di dollari

 

Continua lo scontro a distanza tra Usa e Venezuela, con il presidente Nicolas Maduro ed i suoi più stretti collaboratori accusati da Washington di essere a capo di un vero e proprio cartello della droga, con l’istituzione di una taglia di 15 milioni di dollari sul capo del primo mandatario di Caracas.

La taglia Usa su Maduro. Negli States il mestiere di cacciatore di taglie esiste ancoraSebbene gli Usa abbiano da anni messo Maduro in cima alla lista dei capi di stato sgraditi alla Casa Bianca e poco più di un anno fa abbiano tentato di rovesciarlo con il golpe di Juan Guaidò, il capo di stato bolivariano continua a godere di un vasto seguito sia in patria che all’estero.

Tra i primi a schierarsi in sostegno di Maduro, anche in questa occasione, l’ex presidente della Bolivia Evo Morales secondo il quale con quest’ultimo attacco Washington intende distrarre l’opinione pubblica interna sul crollo dei servizi sanitari di fronte all’emergenza Covid-19.

«Gli Stati Uniti – ha detto – sono in crisi umanitaria. I servizi sanitari delle sue principali città stanno iniziando a crollare. Mentre ciò sta accadendo, Trump non smette di accusare il Venezuela. Sono sicuro che il popolo venezuelano continuerà a rimanere saldo».

In sostegno dell’inquilino di Palazzo Miraflores anche Cuba le cui autorità hanno condannato ieri le accuse della Casa Bianca contro il governo venezuelano, respingendo al contempo le ripetute interferenze del presidente Donald Trump nel paese sudamericano.

Un comunicato stampa diffuso dal Movimento nazionale di amicizia e solidarietà reciproca tra Cuba e Venezuela viene ribadita la «più ferma condanna della politica di aggressione imperiale e interferenza da parte del governo Trump nell’esecuzione di sanzioni immorali e penali contro il Venezuela che rientra nella strategia nordamericana per realizzare un sanguinoso colpo di stato a Caracas».

In difesa di Maduro si muovono anche dall’Australia. Il Partito comunista australiano ha infatti espresso la propria solidarietà al presidente di fronte alle accuse del governo statunitense con cui intende collegarlo a presunti atti terroristici e traffico di droga; il movimento in una nota diffusa alla stampa ha sottolineato «mettere un prezzo alla testa di un presidente legittimo è un precedente molto pericoloso paragonabile solo con al rovesciamento di altri governi e l’assassinio di leader sgraditi».

Fabrizio Di Ernesto

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