LE TRUPPE RUSSE ENTRANO NEL DONBASS

Putin dà scacco alla Nato
che ora ha tutto da perdere

Vladimir Putin riconosce le repubbliche separatiste del Donbass ed invia le truppe

 

Con una mossa a sorpresa, il presidente russo Vladimir Putin ha dapprima annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, per poi ordinare l’invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo di assicurare la pace, in pratica come gli Usa e la Nato sono soliti fare negli scenari di guerra.

Vladimir Putin riconosce le repubbliche separatiste del Donbass ed invia le truppeQuesta mossa se da un lato avvicina la guerra, un eventuale attacco contro le truppe russe da parte di quelle ucraine obbligherebbe Mosca a reagire, dall’altro mette gli Usa con le spalle al muro che ora possono muoversi solo sul piano delle sanzioni e non più sui quello militare.

Nel corso di un lungo discorso trasmesso in Tv l’uomo forte di Mosca ha firmato il decreto di riconoscimento delle entità filo-russe con al fianco i capi dei due «Stati» autoproclamatisi nel 2014 senza che fino ad oggi la diplomazia fosse riuscita a trovare una soluzione a questo problema.

La scelta del Cremlino ha ovviamente scatenato le proteste dei leader atlantici.

Il presidente Usa Joe Biden ha chiamato subito dopo il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron anticipando le prime sanzioni su investimenti e commercio nel Donbass, alle quali se ne aggiungeranno ovviamente altre mentre l’Unione europea dovrebbe annunciarle oggi, così come Londra.

Il discorso di Putin

Nel suo discorso Putin ha più volte attaccato i dirigenti ucraini e i paesi occidentali. «L’Ucraina ha già perso la sua sovranità, diventando serva dei padroni occidentali», ha attaccato, per poi accusare la Nato di essere già praticamente presente sul territorio ucraino, minacciando direttamente la sicurezza della Russia.

«In Ucraina le armi occidentali sono arrivate con un flusso continuo, ci sono esercitazioni militari regolari nell’ovest dell’Ucraina, l’obiettivo è colpire la Russia», ha affermato, aggiungendo che «le truppe della Nato stanno prendendo parte a queste esercitazioni, almeno dieci sono in corso, ed i contingenti Nato in Ucraina potrebbero crescere rapidamente».

La decisione di Putin a beneficio delle repubbliche ribelli nell’est dell’Ucraina è stata presa dopo una lunga riunione del Consiglio di sicurezza nazionale ed è stata annunciata a Macron e Scholz prima di essere resa pubblica.

Le ore precedenti avevano visto nuove violazioni del cessate il fuoco in Donbass. Ma soprattutto una serie di gravissime accuse lanciate dai separatisti e dalle stesse forze armate russe all’esercito ucraino.

Lo scambio di accuse

Come quella di avere infiltrato nella regione russa di Rostov un gruppo di sabotatori, cinque dei quali sarebbero stati uccisi dai militari di Mosca. O quella di aver bombardato un posto di frontiera russo. Entrambi episodi negati da Kiev, che invece ha denunciato l’uccisione di due suoi soldati e il ferimento di altri quattro in un bombardamento separatista.

Da parte sua, l’autoproclamata repubblica di Donetsk ha affermato che un suo miliziano e un civile hanno perso la vita in un bombardamento ucraino.

La mossa di Putin ora obbliga l’Ucraina e l’Occidente alla reazione.

Una reazione militare però senza una reale invasione dei militari russi ed un attacco diretto alle truppe di Kiev si scontrerebbe con il diritto internazionale e porrebbe Mosca dalla parte della ragione.

Se gli Usa e i paesi europei dovessero accettare l’indipendenza delle due repubbliche del Donbass sancirebbero la vittoria diplomatica di Mosca che in questo senso punta sul precedente del Kosovo che il 17 febbraio 2008 dichiarò unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia ottenendo il riconoscimento da parte degli Usa meno di 24 ore dopo.

Fabrizio Di Ernesto

 

 

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