LE ELEZIONI TEDESCHE

La Merkel è ancora prima
ma il successo è dell’AfD

Le elezioni politiche che si sono svolte domenica 24 in Germania hanno dato risultati chiari: la Cdu-Csu con il 33% perde più di un milione di voti ma resta la prima forza del Paese (-8,5%); la Spd con il suo 20,5% arretra considerevolmente registrando il risultato peggiore della storia (-5,2%); l’Alternative Für Deutschland (Afd) conquista il 12,6% (+7,9%) entrando per la prima volta nel Bundestag del quale diviene la terza forza; in crescita anche il Partito Liberale (Fdp) che sfiora l’11%, recuperando il 6% sul tracollo subito nel 2013; stazionario il consenso dei Verdi con 8% e dell’estrema sinistra della Linke con il 9%.

La cancelliera Angela Merkel è stata dunque riconfermata per la quarta volta, ma ha perso solidità e deve ancora trovare una soluzione per arrivare a una maggioranza stabile. Il voto ha certificato due fenomeni: il calo dei socialisti e l’avanzata delle destre. Sulla base dei voti ottenuti i 705 seggi del Bundestag saranno così distribuiti: 244 al partito del cancelliere Angela Merkel; 154 all’Spd di Martin Schulz; 96 all’AfD di Alice Weidel e Alexander Gauland; 77 ai liberali di Christian Lindner; 68 ai verdi di Katrin Goering-Eckardt; 66 al Linke di Katia Kipping.

La maggioranza è di 353 deputati su 705 e l’ipotesi più accreditata viene definita la coalizione Giamaica, dai colori nero di Cdu/Csu, giallo dei liberali e verde dei Gruenen, che potrebbe contare su 389 seggi. Esclusa dal leader dell’Spd una nuova Grosse Koalition, che avrebbe 398 voti. Così facendo alla Spd andrebbe presidenza del Parlamento che, per regolamento, spetta alla maggiore compagine di opposizione. In caso di ingresso in maggioranza dei socialdemocratici la presidenza sarebbe di Alternative Für Deutschland.

Come era da prevedersi, per commentare il successo di AfD, i media italiani hanno messo in campo tutti i luoghi comuni e lo stupidario possibile, come era già successo nel caso dell’affermazione del Front National in Francia che aveva portato Mary Le Pen al ballottaggio per le presidenziali. Trattandosi di Germania agli epiteti di «populisti», «fascisti», «razzisti», «xenofobi» si sono aggiunti anche quelli di «nazisti» e «antisemiti».

Non ci soffermeremo ad evidenziare qui l’infondatezza, evidente a tutti coloro che intendono vederla, dell’accostamento di AfD con il nazismo o il fascismo storico, ci limitiamo soltanto a sottolineare la pochezza e la strumentalità dei commenti della stampa italiana, tutta tesa unicamente a denigrare il partito al quale più di un milione di tedeschi hanno dato il loro voto. Con qualche esempio.

Per «irrobustire» la parentela con il «nazismo» non poteva mancare l’accusa di «antisemitismo», che però è stata alternata con la rappresentazione di AfD come di una formazione filo-israeliana. La presidente uscente di AfD, Frauke Petry, in passato rappresentata dai media italiani con tutti i toni foschi della vulgata antipopulista, e considerata quasi un redivivo «führer» in gonnella, ora che ha dovuto cedere la leadership ai nuovi leader del partito, la 38enne Alice Weidel e il 76enne Alexander Gauland, artefici del successo elettorale, è diventata improvvisamente una rispettabile «moderata». Infine, grande risalto è stato dato alle contraddizioni personali, vere o presunte che siano, della neopresidente Weidel, la cui vita privata sarebbe ispirata a principi contrari a quelli che informano Alternative fur Deutschland.

Con buona pace della stampa italiana e dei suoi luoghi comuni, saranno i prossimi mesi a dirci quale reale collocazione andrà ad occupare AfD nel panorama politico tedesco, cosa dirà e farà Alice Weidel con il partito e con i suoi elettori «traditi» dalle sue scelte private. Vedremo anche cosa faranno Frauke Petry e il consorte Marcus Pretzell, che hanno annunciato l’uscita da AfD e la creazione di un loro raggruppamento. E soprattutto, allargando il discorso, vedremo quale governo sarà in grado di formare Angela Merkel.

Vincenzo Fratta

 

Nella foto di copertina: La nuova leader di AfD Alice Weidel con accanto il capogruppo Alexander Gauland. A destra la presidente uscente Frauke Petry.
Nella foto sopra: la cancelliera Angela Merkel.

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