BRASILE

La Giornata
dell’Immigrante Italiano

 

Il 21 febbraio si celebra in Brasile la «Giornata dell’Immigrante italiano». La data ricorda il giorno del 1874 nel quale il primo gruppo di 386 lavoratori italiani con le loro famiglie giunse nel paese tropicale a bordo del vapore Sofia.

La traversata di un mese dell’Oceano Atlantico era destinata a cambiare la vita di quei passeggeri e allo stesso tempo del Paese ospitante. Nelle vie, nei monumenti e negli edifici storici, nei negozi e soprattutto nei ristoranti di San Paolo è perfettamente visibile l’eredità italiana.

Tra il 1874 e il 1902 1.129.265 persone sbarcarono nei porti di Santos e di Rio de Janeiro per andare come manodopera salariata nelle fazendas dello Stato di San Paolo, e in misura minore di Minas Gerais, a sostituire gli schiavi nella coltivazione del caffè. Molti di questi finiranno per venire ad abitare e lavorare nella capitale dello Stato, contribuendo in maniera significativa al suo sviluppo. Cominciaro a fare un po’ tutti i lavori. Sono la maggioranza degli operai delle nascenti fabbriche, praticano il commercio ambulante e presto aprono i primi negozi. Ma soprattutto riprendono a fare il mestiere che già praticavano in Italia. Diventano muratori, falegnami, sarti, artigiani di ogni tipo.

La loro condizione migliora con il passare degli anni. Si forma una classe media di origine italiana che abbandona i vecchi bairros popolari per andare abitare in nuovi quartieri come Villa Mariana, Consolação e Perdizes. Si fa largo anche una piccola schiera di imprenditori che raggiungono grandi risultati.

Negli anni Trenta l’interesse e l’apprezzamento del Brasile per tutto ciò che proviene dall’Italia raggiunge l’apice: gastronomia, arte, musica, architettura, fino alla moderna legislazione sociale in vigore nel nostro Paese che il governo brasiliano riprende in diversi punti.

Al giorno d’oggi sono trecentomila le persone con il passaporto italiano che vivono in Brasile, mentre gli oriundi, ossia i cittadini del paese tropicale discendenti di italiani, sono stimati tra i venticinque e i trenta milioni. Non ci sono dati anagrafici ufficiali, in quanto nel paese tropicale vige da sempre lo ius soli, che considera come brasiliano chiunque nasca sul suo territorio. Si tratta in ogni caso di percentuali rilevanti, pari al 40-50% dell’attuale popolazione italiana che nel 2012 sfiorava i 60 milioni. Anche rapportata alla popolazione brasiliana di 192 milioni di abitanti, l’85% dei quali concentrati nelle aree urbane, la percentuale di oriundi italiani resta molto significativa, oscillando tra il 13 e il 15,5%.

V.F.

La canzone «Merica, Merica» costituisce una sorta di manifesto del contadino italiano emigrato in Brasile. Una sintetica storia dell’emigrazione italiana in Brasile è contenuta nel primo capitolo del libro «Palestra Italia» che racconta le vicende della squadra di calcio fondata dagli italiani a San Paolo nel 1914 e che oggi è il Palmeiras.

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