LA GERMANIA DEL DOPO MERKEL

Sarà ancora
Grande coalizione

La Germania dopo il voto. Sarà ancora Grande coalizione

 

La Germania del post Merkel riparte dal passato: il risultato delle urne infatti conferma che anche nell’immediato futuro a reggere le sorti del paese sarà una Grande coalizione, nonostante l’assenza della donna che per tre lustri ne ha retto le sorti.

La Germania dopo il voto. Il presidente della Spd Olaf ScholzLe elezioni sono infatti state vinte dal Partito socialdemocratico tedesco (Spd) con il 25,7% dei voti, mentre l’Unione, formata da Unione cristiano-democratica (Cdu) e Unione cristiano-sociale (Csu), è arrivata seconda, crollando al minimo storico del 24,1, il dato più basso della sua storia per il Bundestag.

I Verdi ed il Partito liberaldemocratico (Fdp) saranno fondamentali per la maggioranza assoluta ma non solo. Per la prima volta, come afferma il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, le due formazioni possono «dettare le condizioni» per la composizione della coalizione su cui si reggerà l’esecutivo.

Gli ecologisti hanno, infatti, ottenuto il 14,8%, quasi il triplo rispetto a 5,9 delle elezioni precedenti. La «strana coppia» di ecologisti e liberaldemocratici può, infatti, offrire un corposo 26,3 per cento di cui sia la Spd sia l’Unione hanno bisogno per formare il governo di cui rivendicano la guida.

Distanti e in conflitto su diverse questioni, Verdi e Fdp potrebbero ritrovarsi uniti pur di governare, obiettivo che entrambi i partiti perseguono sin dall’avvio della campagna elettorale.

E da subito è partito il corteggiamento dei due grandi partiti storici ai piccoli anche se non è escluso che alla fine possa nascere un governo quadripartito che renderebbe Verdi e Fdp meno importanti all’interno della coalizione.

Comunque vada alla fine sarà comunque un governo sostanzialmente di centro visto il flop delle ali estreme di destra e sinistra.

Con il 4,9% (nel 2017 era al 9,8%) la Linke (la sinistra) ha ottenuto un risultato disastroso, rischiando addirittura l’uscita dal Parlamento. A salvare la sinistra, sono stati tre dei cinque mandati diretti conquistati che consentiranno al partito di poter contare anche sulla sua quota proporzionale e quindi alla fine, comunque, su oltre trenta seggi.

Anche l’ultradestra di Afd ha registrato una frenata, portando a casa il 10,3% dei voti contro il 12,6 di quattro anni fa.

Fabrizio Di Ernesto

 

 

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