STATI UNITI

Kamala Harris,
nuova stella degli Asinelli

 

 

Kamala Harris, la candidata democratica alla vice presidenza Usa, ha vinto l’incontro televisivo con il suo rivale Mike Pence ed in pratica lanciato la sua candidatura alle presidenziali del 2024. Questo in sintesi l’esito del confronto tra i numeri due delle presidenziali che si è svolto all’Università dello Utah a Salt Lake City nella notte italiana.

Kamala Harris meglio di Pence nel dibattito dei candidati vicepresidentiIl confronto si è sviluppato su vari temi: dalla gestione della pandemia e dell’economia, sino alla politica estera e all’assetto istituzionale dello Stato.

Le prime battute hanno riguardato, com’era prevedibile, la pandemia in atto. Kamala Harris ha esordito citando i dati relativi alle morti da Covid-19 negli Usa e all’aumento della disoccupazione, presentandoli come un fallimento personale del presidente in carica, Donald Trump.

L’attacco sulla gestione della pandemia

Pence, chiamato a difendere l’operato della Casa Bianca, ha replicato affermando che i piani del candidato democratico per la lotta al coronavirus assomigliano molto a quelli di Trump. Il vicepresidente in carica ha accusato Biden di plagio, per aver mutuato da Trump una serie di slogan e proposte politiche, inclusa l’attenzione promessa al sostegno della manifattura Usa.

Come da tradizione negli scontri tra gli «Asinelli» e gli «Elefanti» il dibattito si è spostato sul tema del fisco, con la democratica che ha sostenuto che: «Il popolo americano ha il diritto di conoscere chi influenza le decisioni del presidente, e se tali decisioni vengano assunte nel migliore interesse dei cittadini, o per interesse personale», mentre Pence si limitato a replicare che tali informazioni sono di dominio pubblico, perché la legge non obbliga a divulgare la dichiarazione dei redditi, ma costringe qualunque candidato alla Casa Bianca a dare pienamente conto delle donazioni e del denaro dovuto a terzi, assicurando che «il presidente si è limitato a fare uso delle possibilità offerte dal codice fiscale».

Le due visioni economiche 

I due avversari sono passati poi a discutere la visione economica dei rispettivi schieramenti politici: l’amministrazione Trump, ha detto Pence, sostiene «il commercio libero ed equo»; il repubblicano ha però poi immediatamente difeso le misure tariffarie adottate dall’amministrazione in carica, ed ha affermato che l’ingresso di Biden alla Casa Bianca minaccerebbe le barriere opposte da Trump alle importazioni dalla Cina.

Pence ha anche attaccato direttamente Kamala Harris per aver dichiarato che eliminare le riforme fiscali dell’amministrazione Trump – come promesso da Biden – aumenterebbe la pressione fiscale sui soli redditi elevati e sottolineato come la riforma del 2017 abbia comportato un significativo abbassamento della pressione fiscale anche per i redditi medi.

Il ruolo degli Usa nel mondo

I candidati si sono affrontati anche in merito alla politica estera e al ruolo degli Stati Uniti nel mondo: Pence ha accusato Biden di essere troppo debole nei confronti della Cina, citando le passate posizioni del candidato democratico.

Harris ha replicato accusando l’amministrazione Trump di aver «perso la guerra commerciale» con la Cina: il parziale accordo raggiunto dai due paesi lo scorso gennaio, che vincolerebbe la Cina ad un maggiore acquisto di merci statunitensi, è stato di fatto stroncato dalla pandemia, e negli ultimi mesi la bilancia commerciale della prima potenza mondiale è tornata a peggiorare.

La Harris ha invece dato enfasi all’attenzione riservata dai Democratici al tema dell’ambiente, ad esempio vietando l’estrazione petrolifera sugli appezzamenti federali e spendendo oltre 2mila miliardi di dollari per una riconversione totale dell’economia verso una maggiore sostenibilità ambientale.

L’assetto dello stato federale

L’apice del dibattito è stato raggiunto con la discussione dell’assetto istituzionale dello Stato federale, e in particolare con tema degli equilibri politici all’interno del potere giudiziario.

Harris, così come Biden la scorsa settimana, non ha voluto chiarire se una presidenza democratica ricorrerebbe ad un ampliamento unilaterale della Corte Suprema per ridefinirne gli equilibri, che attualmente tendono in favore dei conservatori, se Trump procederà alla nomina della giudice Amy Coney Barret.

Al termine del dibattito si sono scatenati i sondaggisti che hanno sancito la vittoria di Kamala Harris che, data l’età avanzata di Biden, secondo molti già in caso di vittoria potrebbe assumere la presidenza in questa legislatura per poi presentarsi come carta vincente dei democratici nel 2024 per leggere la prima donna, per giunta di colore, alla Casa Bianca.

Fabrizio Di Ernesto

 

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