LA GUERRA IN UCRAINA

Le torrette «Lolly Pop»
dei carri russi bruciati

Le torrette «lolly pop» dei carri armati russi bruciati

 

Mentre continuano i lanci di missili russi sulle città e le istallazioni civili ucraine, sembra definitivamente archiviato il proposito iniziale di piegare Kyïv con l’offensiva delle truppe corazzate. A testimoniarlo sono le Lolly Pop, in gergo militare «Leccalecca». Sono le torrette dei carri armati russi che dopo l’esplosione del carro saltano dallo scafo e vanno ad infilarsi nel terreno adiacente.

Il punto debole dei carri armati russiLe abbiamo viste sui giornali e sul web, fotografie che documentano l’orrore di una guerra che sembra non voler finire più.

I carri armati T72 e T80, impiegati in Ucraina, armano entrambi i contendenti, visto che l’Ucraina, al dissolvimento dell’Unione Sovietica, ereditò diverse centinaia di carri armati ex Urss.

Tecnicamente hanno in comune un sistema di caricamento automatico per i loro cannoni, che non solo li rende più piccoli e leggeri, ma riduce anche l’equipaggio a tre uomini perché non è più necessario un uomo che infili la granata nel cannone.

Il punto debole dei T72 e T80

In realtà questo accorgimento tecnico porta più problemi che vantaggi. Sul pavimento della torretta, ovvero sotto i sedili dei due uomini presenti nella stessa, sono stivati i proiettili, che tramite una giostrina di caricamento vengono portati su e infilati automaticamente nella canna.

Dovendo «salire» verso il cannone le munizioni sono completamente libere. Ovvero carica di lancio e proiettile non hanno protezione dagli sbalzi di temperatura.

L’innovazione tecnica dell’era della Guerra Fredda ha, purtroppo un grosso svantaggio: nei carri armati, il comandante e l’artigliere siedono nella torretta direttamente sopra le munizioni, mentre l’autista ha la giostra di carico dietro di sé.

Le paratie dei carri occidentali

I carri armati occidentali stivano invece il proprio munizionamento all’interno di riservette «allagate» posizionate quasi sempre nella parte posteriore del mezzo e sigillate da paratie anti-esplosione.

Nei mezzi Occidentali ogni singolo proiettile è custodito all’interno di uno scatolone stagno che contiene acqua, questo fa si che in caso di colpi in arrivo i proiettili non subiscano l’iniziativa d’incendiare la polvere contenuta nella granata e quindi esplodere dentro il mezzo.

Nei carri sovietici colpiti le munizioni esplodono con una detonazione così violenta che la torretta «si libera dall’anello nello scafo del serbatoio e vola via».

L’equipaggio nel carro armato non ha quasi nessuna possibilità di sopravvivere. Le foto comparse sui quotidiani o in rete mostrano mezzi bruciati e successivamente arrugginiti, fenomeno che compare proprio quando il carro subisce delle fortissime variazioni termiche. Inimmaginabile quello che accade agli equipaggi al loro interno.

L’innovativo T14 resta un prototipo

Il nuovo carro russo T14 Armata resta ancora un prototipoPrima della guerra in Ucraina i Russi presentarono, sulla Piazza Rossa un nuovo modello di carro armato, il T14 Armata. Giudicato da molti degli addetti ai lavori, un mezzo rivoluzionario, con la torretta completamente automatizzata, addirittura senza equipaggio all’interno.

Il T14 Armata è rimasto perlopiù allo stato «prototipale» o di preserie, in quanto gli arsenali militari hanno grosse difficoltà a costruirli, stante l’utilizzo di macchine utensili altamente tecnologiche e materie prime di altissimo livello.

E così le torrette dei carri degli invasori continuano a saltare e ad infilarsi sul suolo ucraino, condannando a morte certa il suo equipaggio.

Massimiliano Burri

 

 

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