INDIA

Un casco a forma
di Coronavirus

Il casco a forma di Coronavirus del poliziotto di Chennai

 

La necessità aguzza l’ingegno, così qualche membro della polizia dello stato Tamil Nadu, 67 milioni di abitanti, posto nel sud-est del sub-continente indiano, si è fatta venire in testa un’idea meravigliosa… un casco a forma di Coronavirus.

Coronavirus. Un casco a forma di virus per convincere i cittadini a stare in casaLa polizia indiana, non solita alle mezze misure, punisce severamente e corporalmente, in questo periodo, chi viola il coprifuoco imposto proprio per il l’epidemia.

I poliziotti indiani, da sempre caricati di mille responsabilità e circondati costantemente da masse di persone in costante movimento, questa volta si devono essere sentiti veramente in prima linea.

Per tentare di arginare il virus, hanno dato fondo alla loro inventiva, anche perché il suo diffondersi in India potrebbe voler dire centinaia di migliaia di morti. Una vera catastrofe umanitaria vista la povertà estrema della stragrande fetta della popolazione.

Così, per esempio, l’agente di polizia Rajesh Babu, in questi giorni, indossa un casco a forma di Coronavirus, realizzato da un artista locale,  e chiede ai passanti di rimanere a casa durante il blocco di 21 giorni in tutto il paese. Accade a Chennai, oltre 4 milioni e mezzo di abitanti affacciati sulla baia del Bengala. Da qui partivano molti dei bastimenti della Compagnia delle Indie alla volta dell’Europa.

Intervistato dall’Indian Express, uno dei giornali indiani a maggior tiratura (700mila lettori medi on-line), il poliziotto Rajesh Babu ha dichiarato: «Abbiamo pensato che bisognava trovare un modo per fare entrare bene in testa il concetto che bisogna stare a casa. Così, piuttosto che urlare o fare altro, abbiamo progettato questo casco particolare che sembra il coronavirus. Cammino tra la gente e hanno tutti paura».

Insomma un modo meno cruento del solito per far rispettare la legge, in questo caso le distanze tra persone, cosa in India alquanto ardua. Sono famose infatti le «maniere forti» della polizia indiana, ampio uso del manganello e del «lathi» (bastone) prima di qualsiasi dialogo.

Almeno questa volta è stato scelto un approccio amichevole, anche se sempre con l’intento di incutere timore. Come si dice: il gatto perde il pelo ma non il vizio!

Lino Rialti

 

 

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