LE ORIGINI DELL’EPIDEMIA

Il salto di specie
del Coronavirus

Coronavirus: Nei wet market cinesi le più disparate specie di animali vengono macellate sul posto

 

È stato un pipistrello l’animale che ha trasmesso all’uomo il Coronavirus, poi chiamato Sars Cov2, tradotto in Italia con la sigla Covid-19. Ma questo animaletto non ha colpe, se non quella di essere chiamato a far parte, ovviamente suo malgrado, della molto variegata dieta carnivora di una fetta della popolazione cinese.

Salto di specie: Le carcasse degli animali vengono lavate e consegnate agli acquirentiInfatti tutto ha avuto inizio nei wet market cinesi, luoghi pubblici dove vengono venduti animali vivi e morti di moltissime specie, legalmente ed illegalmente, in un tripudio di sangue, pelli, peli, umori, feci. Il virus, in questo «brodo primordiale» sarebbe passato tramite il sangue dagli animali all’uomo e si sarebbe propagato.

Questa l’ipotesi formulata, con cognizione di causa, dal professor Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Università Campus Bio Medico di Roma che ha affermato all’Adn Kronos «è fondata l’ipotesi che tutto sia partito da un wet market di Wuhan», questi mercati umidi, dove animali delle più disparate specie vengono portati vivi e venduti sia vivi che macellati sul posto.

Quindi le carcasse vengono lavate e consegnate agli acquirenti, sangue, umori, piume, peli, feci scorrono tra le gambe di chi passa, spesso gli schizzi arrivano in faccia, l’aerosol sicuramente si propaga per decine di metri. In questi mercati non c’è energia elettrica, quindi non ci sono frigoriferi, per questo la macellazione avviene solitamente «a richiesta» davanti al cliente.

Per arrivare a questa ipotesi, un gruppo di ricercatori, guidato da Ciccozzi, ha ricostruito la mutazione genetica che ha permesso al nuovo coronavirus, che si è sviluppato in Cina, di infettare l’uomo. In pratica, nelle operazioni di uccisione e preparazione degli animali alla vendita, «le mani si imbrattano di sangue. Quindi, probabilmente questo virus è passato all’uomo tramite il sangue e poi è andato in circolo. Ha riconosciuto le cellule con il recettore, come una serratura, è entrato e ha innescato l’epidemia: questa è l’ipotesi.

Prima dall’animale all’uomo attraverso le mani e poi la trasmissione del Covid-19 è avvenuta per via respiratoria, umana, tramite fluidi, colpi di tosse, starnuti. Come avviene per una normale influenza».

La mutazione del «salto di specie» è avvenuta sulle cosiddette spike o spicole, strutture proteiche sulla superficie del patogeno che permettono la penetrazione nelle cellule, e si sarebbe verificata prima di Natale.

Tutta questa storia ci dovrebbe far riflettere. Il primo aspetto da soppesare è quello che, se non vi fosse stata richiesta di carne, non esisterebbero i wet markets. Il secondo è un dato di fatto: nessun mercato orto frutticolo sarebbe in grado di diffondere malattie provenienti da altre specie animali. Quindi sicuramente una dieta «plant based» ci avrebbe salvato da questa epidemia che rischia sempre più di trasformarsi in pandemia, con la crescita esponenziale del numero dei decessi e un pesante contraccolpo sull’intera economia mondiale.

Coronavirus a parte, varrebbe la pena
diminuire il consumo di carne

Giusto per riflettere: una iena, un lupo ma anche un leone o un cane possono mangiare una carcassa di un altro animale anche a giorni di distanza dalla morte, quindi in avanzato stato putrefattivo, senza risentirne dal punto di vista della salute. Comunque sono in grado di mangiare carne cruda, senza problemi di sorta. A loro piace il sapore, l’odore del sangue e della carne.

Ovviamente se noi umani ci cibassimo di una carogna di animale o se non stessimo più che accorti alle procedure di macellazione e trasformazione potremmo stare male, molto male ed addirittura morire. Da tenere in mente, poi, che noi, tradizionalmente dalla notte dei tempi, la carne la cuociamo e condiamo sino a farle perdere il sapore originario ma anche per scongiurare contaminazioni che potrebbero essere per noi molto pericolose.

Passare ad una dieta a base vegetale sarebbe risolutivo per molteplici aspetti. Forse bisognerebbe agire qui ed ora. Sembra più che mai arrivato il momento di cominciare a ripensare alla dieta, alla nostra dieta e, come abbiamo visto, per il nostro bene.

Dovremmo mettere sul piatto della bilancia, poi, anche la vita degli animali ai quali chiediamo l’estremo sacrificio per soddisfare un nostro capriccio.

Una dieta a vegetale sarebbe un toccasana per frenare il riscaldamento globale del nostro pianeta, infatti la produzione di carne per l’alimentazione umana incide per un impressionante 22% nell’emissione dei famigerati gas serra.

Da oggi cominciamo tutti a ridurre, con l’obiettivo di azzerarlo, il consumo di carne.

Lino Rialti

 

Sull’origine del Covid-19 circola anche l’ipotesi, minoritaria e al momento senza alcun tipo di riscontro, dell’incidente in un laboratorio cinese per lo studio della guerra batteriologica.

Lascia un commento