REPUBBLICA DOMENICANA

Cinque latitanti arrestati
e riportati in Italia

 

Cinque latitanti italiani sono stati arrestati nei giorni scorsi dalla Polizia italiana in varie località della Repubblica Dominicana. Si tratta di tre stupratori e di due bancarottieri presi a Santiago, La Romana, Las Terrenas e nella capitale Santo Domingo.

«Dai Caraibi alle patrie galere» ha commentato sui social il ministro degli Interni Matteo Salvini che si è complimentato con la Polizia di Stato anche per il recente arresto in Spagna quattro latitanti condannati per droga». Tutti e cinque sono stati ricondotti in Italia con un volo di Stato partito dall’aeroporto Las Americas di Santo Domingo.

Tre delle persone catturate dalla polizia a Santo Domingo erano ricercate per condanne per abusi sessuali, gli altri due invece, devono scontare pene per l’accusa di bancarotta fraudolenta.

Salvatore Buonanno, 42 anni, di Caserta, ricercato dal 2014 per una condanna ad una pena di 8 anni e 6 mesi di reclusione per reati di lesioni personali, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo in concorso, commessi nella sua provincia. L’uomo, che gestiva una pizzeria nella città di Santiago, è stato catturato per strada a Costanza, a circa trenta chilometri da Santo Domingo, senza opporre alcuna resistenza.

Lucio Galli, 72 anni, di Brescia, ricercato dal 2014 dovendo espiare la pena di 8 anni e 10 mesi di reclusione per reati sessuali commessi con minori, alcuni dei quali alla prostituzione, è stato catturato a La Romana in località Valle Verde.

Arrestato anche Massimo Ferrari, 53 anni, di Milano, ricercato dal 2017 per una condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale.

Il viaggio nella Repubblica Dominicana ha consentito ai poliziotti italiani di catturare altri due latitanti destinatari di condanne per reati contro il patrimonio: Mauro Nadalin, 56 anni, di Pordenone, imprenditore ricercato dal 2016 per una condanna a 10 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita, e Abele Chiarolini, 78 anni, di Brescia, condannato a 10 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, imprenditore nel settore alberghiero.

Pino Lancia

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