Nell’attacco terrorista di venerdì 26 marzo in un supermercato nella cittadina francese di Trèbes oltre al gendarme eroe Arnaud Beltrame, che si era offerto volontario in cambio di un ostaggio, erano rimaste uccise altre tre persone: Jean-Michel Mazieres, Hervé Sosna e Christian Medves.
Sulla memoria di quest’ultimo, di professione macellaio, si è consumato uno spiacevole e in quietante caso, non privo tuttavia di risvolti tragicomici.
Nella massa di messaggi di commozione, elogio e rispetto, per il gesto di Arnaud Beltrame postati sui social network, ne è comparso uno che si rallegrava per la morte di Christian Medves.
Un vegana ha titolato sul suo Facebook «Zero compassione per un assassino», intendendo però non il terrorista, ma lo sfortunato gestore della macelleria. «Siete scioccati – ha scritto – che un assassino venga ucciso dai terroristi, io no, ho zero compassione per lui, c’è ancora una giustizia».
Il post aveva provocato l’indignazione del web e non era sfuggito alla polizia francese. La donna è stata così incriminata per «apologia di terrorismo».
La vegana, riferisce l’agenzia France Info, è comparsa venerdì davanti al tribunale di Saint-Gaudens, la cittadina della Francia meridionale dove risiede. In aula ha rivendicato il suo impegno per la causa animalista. Pur non esprimendo pubblicamente il suo rincrescimento, ha detto di essersi scusata privatamente con la famiglia della vittima.
La vicenda ha del paradossale. Ognuno può seguire la dieta che preferisce, ma è pensabile rallegrarsi per la morte di un lavoratore che serve la carne ai suoi clienti, «onnivori» come lo è l’uomo fin dalla sua comparsa sulla Terra?
Intanto la vegana in parola si è beccata una condanna per direttissima a sette mesi di carcere con la condizionale.
Vincenzo Fratta