BIELORUSSIA

Scontri e proteste
non intimidiscono Lukashenko

Bielorussia, il presidente Lukashenko giura per la 6a volta. Proteste in piazza a Minsk

 

Il discusso presidente Alexander Lukashenko ha prestato ieri giuramento per la sesta volta consecutiva come Capo di Stato della Bielorussia. La cerimonia è avvenuta in segreto nel palazzo presidenziale di Minsk, circondato da forze dell’ordine con tempi molto ridotti rispetto al passato.

Bielorussia, Proteste in piazza a Minsk dopo il giuramento di LukashenkoAnnunciando di aver dato continuità al suo incarico il presidente ha sottolineato: «Siamo l’unico Paese dove una rivoluzione colorata, che ormai segue tecniche precise, non ha avuto successo».

Non appena si è sparsa la notizia la popolazione è di nuovo scesa nelle piazze e nella capitale la tensione è salita velocemente con la polizia che ha disperso con gli idranti e i gas lacrimogeni le migliaia di persone scese in strada per protestare dell’avvenuto giuramento. Le forze dell’ordine hanno bloccato molte strade della capitale bielorussa.

Un gruppo per la difesa dei diritti umani, Viasna, ha parlato di oltre100 persone arrestate in tutto il Paese ed ha rilasciato i nomi di 140 persone che afferma siano state arrestate a Minsk, nella città sud-occidentale di Brest e altrove.

L’opposizione, che protesta da quando Lukashenko ha rivinto le elezioni parlando di brogli e non riconoscendone l’esito, ha ribadito che dopo questo gesto ci saranno «proteste ad oltranza» parlando di non meglio precisate «azioni di disobbedienza».

Le reazioni internazionali

Tra i principali antagonisti dell’uomo forte di Minsk, Svetlana Tikhanovskaya, l’ex candidata alle presidenziali dello scorso 9 agosto divenuta il simbolo della rivoluzione bielorussa, ha così commentato la cerimonia: «L’inaugurazione è una farsa, Lukashenko da oggi per noi è andato in pensione. Le sue direttive alle forze dell’ordine non sono più legittime e non sono eseguibili», da quando si è definito «l’unico leader eletto» dal popolo bielorusso nonostante la sconfitta nelle presidenziali.

Un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha intanto espresso la posizione della Casa Bianca su quanto sta avvenendo in Bielorussia: «Alexander Lukashenko non è il presidente legittimo della Bielorussia. Le elezioni non sono state nè libere nè corrette».

Analoga dichiarazione è stata rilasciata dal portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, che ha fatto sapere che la Germania non lo riconoscerà poiché la sua rielezione manca di «legittimità democratica».

Mosca da parte sua ha trattato la notizia con un certo distacco, bollandola come una questione di «affari interni» di Minsk.

Fabrizio Di Ernesto

 

 

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