HOLODOMOR 1932-1933

L’Olocausto
a lungo misconosciuto

Holodomor. Il 4° sabato di novembre la Giornata del ricordo delle vittime

Il quarto sabato del mese di novembre in Ucraina e nelle diverse comunità ucraine sparse per il mondo si commemora l’Holodomor, il genocidio per fame perpetrato dai bolscevichi per ordine di Stalin tra l’autunno 1932 e l’estate del 1933.

Holodomor. Il 4° sabato di novembre la Giornata del ricordo delle vittimeHolodomor è un termine composto che deriva dall’espressione moryty holodom, letteralmente «infliggere la morte mediante la fame». La lingua ucraina ha combinato quindi le parole holod (fame, carestia) e moryty (uccidere, esaurire, condannare a morte) per coniare un termine che vuole mettere in rilievo l’intenzionalità di procurare la morte attraverso la mancanza di cibo.

Per fiaccare la resistenza dei contadini alla collettivizzazione dei terreni introdotta nel 1928, che ordinava il conferimento dei loro piccoli apprezzamenti di terra nelle aziende agricole collettive (kolchoz), Stalin decise nel 1932 di procedere alla confisca di tutte le scorte di grano, dei generi alimentari, degli animali da lavoro e da cortile, utensili da lavoro e macchinari.

La decisione riguardava tutte le regioni cadute sotto il dominio sovietico ma fu applicata con particolare rigore e zelo in Ucraina e nei territori confinanti del Caucaso settentrionale e del Basso Volga.

Nel caso dell’Ucraina, oltre a fiaccare definitivamente il ceto contadino si voleva distruggere la mai sospita aspirazione del popolo ucraino all’indipendenza.

Di fronte alla carestia, migliaia di persone tentarono di lasciare le campagne per le città alla ricerca di cibo, ma furono rimandare indietro dall’esercito, morendo il più delle volte a piedi sulla via del ritorno o nei vagoni dei treni dove venivano ammucchiati.

Quelli che restarono o riuscirono a tornare nei loro villaggi, morirono giorno dopo giorno. Prima i più deboli, anziani e bambini, e poi tutti gli altri.

7 milioni di morti

Holodomor. La mappa del declino della popolazione in Ucraina dal 1929-1933Secondo le stime più prudenti le morti determinate dall’Holodomor furono circa 7 milioni, dei quali 4,5 milioni in Ucraina e 1,5mln negli altri territori. Altre stime considerano questa cifra adeguata alla sola Ucraina.

Un altro territorio particolarmente colpito fu il Kazakhistan, in quanto la maggioranza della popolazione era costituita da pastori nomadi, fortemente ostili alla collettivizzazione imposta dai sovietici.

L’Holodomor è stato definito un «Olocausto dimenticato» perché la comunità internazionale dell’epoca non si rese conto o non volle rendersi conto della tragedia che stava avvenendo in Russia. Inseguito i sovietici divennero alleati delle democrazie occidentali nella Seconda guerra mondale e poi una delle due superpotenze che si erano spartite il dominio sul mondo.

Così soltanto a partire dal 1991 con la dissoluzione dell’impero sovietico e la dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina che si è potuto cominciato a parlare della tragedia dell’Holodomor. Gli storici hanno avuto finalmente accesso almeno a parte degli archivi dell’ex Urss, sono stati scritti libri e sono state girati anche alcuni film. Ma la percezione del genocidio degli ucraini, a differenza dell’Olocausto degli ebrei, non è ancora entrata nella percezione comune.

Il genocidio nascosto

L’Italia non fa eccezione. Lo sterminio perpetrato dai sovietici resta ancora di fatto sconosciuto, non essendo stato mai oggetto di una campagna di informazione dei principali mezzi di comunicazione, ne tantomeno l’argomento è affrontato nei libri scolastici.

Tra poche pubblicazioni italiane sull’Holodomor ricordiamo nel 2004 la traduzione del lavoro pionieristico di Robert Conquest Raccolto di dolore (Liberal edizioni) e la stampa degli atti del Convegno di studi La morte della terra,  il saggio dell’italiano Ettore Cinella, 1932-1933 Il Genocidio dimenticato (Della Porta, 2015) e il più recente Anne Applebaum, La Grande Carestia (Mondadori, 2019).

A questi si aggiungono i rapporti dei diplomatici italiani dell’epoca, raccolti da Andrea Preziosi nel libro Lettere da Kharkov, pubblicato nel 1991 da Einaudi, ma reperibile soltanto in biblioteca perché non più ristampato.

Un libro importante che andrebbe affiancato nelle scuole all’onnipresente Diario di Anna Frank, è Tutto scorre di Vasilij Grossman (Adelphi 1987). In poche terribili pagine il giornalista e scrittore russo ci mostra tutti gli orrori del comunismo sovietico, compreso lo sterminio dei contadini ucraini.

Con l’invasione crolla il muro del silenzio

L’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio e l’eroica resistenza dell’esercito e del popolo ucraino sta facendo cadere il velo che nascondeva all’opinione pubblica italiana ed europea il terribile evento dell’Holodomor così a lungo occultato. I giornalisti delle reti e dei quotidiani nazionali che seguono sul campo l’andamento della guerra ne stanno parlando nei loro servizi. E domenica scorsa durante l’Angelus in piazza San Pietro papa Francesco ha richiamato espressamente il genocidio misconosciuto.

Il Santo Padre ha poi scritto una lettera aperta al popolo ucraino nella quale fa l’elenco degli orrori che, a partire dal 24 febbraio sono divenuti pane quotidiano nel Paese est-europeo, ricorda le sofferenze dei profughi e degli sfollati interni «lontano dalle loro abitazioni, molte delle quali distrutte», ed eleva una preghiera per le autorità chiamate a «governare il Paese in tempi tragici e a prendere decisioni lungimiranti per la pace e per sviluppare l’economia durante la distruzione di tante infrastrutture vitali, in città come nelle campagne».

«Pur nell’immane tragedia che sta subendo, – conclude Papa Bergoglio – il popolo ucraino non si è mai scoraggiato o abbandonato alla commiserazione. Il mondo ha riconosciuto un popolo audace e forte, un popolo che soffre e prega, piange e lotta, resiste e spera: un popolo nobile e martire».

Le modalità con la quale i russi stanno conducendo la guerra in Ucraina – con le uccisioni dei civili, le deportazioni, la distruzione delle infrastrutture civiche, la pulizia etnica nelle regioni occupate – richiamano sinistramente alla memoria i massacri perpetrati ai danni degli ucraini nei passaggi storici degli anni Venti, Trenta e Quaranta del secolo scorso, delineando una continuità sostanziale tra l’Unione Sovietica di ieri e l’odierna Russia di Putin. Un secolo di violenze contro il popolo ucraino del quale il genocidio dell’Holodomor è stato l’apice, anticipando di dieci anni l’orrore della Shoah, con la quale presenta terribili analogie.

 

Vincenzo Fratta

 

 

LA PERCEZIONE DELL’HOLODOMOR IN ITALIA

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