MALTEMPO

Verona salvata
da un’opera di Mussolini

 

In un Italia sconvolta dalle Alpi alla Sicilia dalla forza del maltempo, il 29 ottobre la città di Verona si è potuta risparmiare un’esondazione del fiume Adige grazie a una ingegnosa e poco conosciuta grande opera realizzata durante il Fascismo nel 1939. Si tratta della galleria Adige-Garda che collega il fiume da Mori a Torbole sul lato trentino del Garda.

Una magnifica galleria, lunga quasi 10 chilometri, in partica uno scolmatore artificiale, il cui scavo iniziò nel 1937, permettendo di mettere in comunicazione il fiume Adige con il lago di Garda. L’opera funziona a meraviglia a differenza del costosissimo Mose, decretato con una legge speciale del 1984 per proteggere Venezia e non ancora terminato.

La galleria, con un diametro di 7 metri, ha la funzione di ridurre i livelli idrometrici del fiume Adige a monte del Veronese, scaricando le acque in eccesso nel lago, con una portata che può arrivare fino a 500 metri cubi al secondo di acqua dall’Adige verso il lago di Garda senza alcun bisogno di azioni meccaniche in quanto viene sfruttato il dislivello naturale di oltre 100 metri presente tra l’ingresso e l’uscita.

In considerazione degli effetti che la sua apertura comporta, la galleria è stata utilizzata soltanto 11 volte, in occasione di importanti piene dell’Adige. Durante le aperture avviene un forte intorbidimento delle acque del lago. L’improvviso ingresso delle acque dell’Adige, che sono notevolmente più fredde e limacciose di quelle del lago, provoca un considerevole shock termico e un non trascurabile peggioramento dell’habitat dei pesci. Per tali motivi la galleria viene usata raramente ed esclusivamente in occasione di situazioni di rischio di inondazioni nel bacino atesino. L’Adige in piena porta inoltre con sé alberi e detriti di varia natura che impattano sul lago.

La forza dell’acqua che da Mori precipita nel Garda a Torbole è tale che le imbarcazioni ricevono il divieto di avvicinamento a distanze inferiori a 200 metri dallo sbocco della galleria.

La storia della costruzione della galleria è legata ai grandi disastri provocati dall’Adige in piena. I lavori di costruzione iniziarono il 1° marzo del 1939. I primi lavori di sbancamento assieme ai primi studi furono però effettuati già due anni prima, nel 1937. Ma l’idea era viva già dal 1923 e Mussolini aveva inizialmente pensato di sfruttare il dislivello tra Adige e Garda a fini di produzione idroelettrica

Durante la seconda guerra mondiale, a partire dall’autunno 1943, la galleria dalla parte dello sbocco di Torbole, fu usata per la produzione bellica. Nella tarda primavera del 1944 la Caproni, con 1300 operai, iniziò a fornire all’industria bellica tedesca vari pezzi per le Wunderwaffen, le armi segrete del Terzo Reich. La vicenda è raccontata anche in un documentario del 2010 di Mauro Vittorio Quattrina, Tunnel Factories. Quest’area del lago di Garda nella zona di Torbole assunse quindi, durante le fasi finali del conflitto, che coincisero con la vita della Repubblica Sociale Italiana, una notevole importanza strategica nella produzione di armamenti.

La Galleria è stata restaurata nel 1954. La sua gestione nel 2000 è passata dallo Stato al «servizio bacini montani» della provincia autonoma di Trento. Il 1º luglio 2002 è stata firmata una convenzione per l’utilizzo della galleria tra la provincia autonoma di Trento, le regioni Veneto e Lombardia, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po e le autorità del bacino del fiume Po e del fiume Adige. La convenzione prevede criteri per l’apertura, l’utilizzo e la chiusura della galleria in base ai vari livelli idrometrici del fiume Adige. All’antica opera idraulica è ora affiancata una gestione tecnologicamente avanzata.

Vincenzo Fratta

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