CARCERI ITALIANE

Tra i detenuti malati
non c’è solo Dell’Utri

 

Bene la scarcerazione di Marcello Dell’Utri, da tempo gravemente malato, con la concessione dei domiciliari. Ma quanti altri detenuti sono nelle sue stesse precarie condizioni. Magari, come lui, non sono socialmente pericolosi ma rimangono in cella senza poter ricevere una migliore assistenza sanitaria che in quei luoghi è di certo complicato avere, pur essendo comunque lodevole l’operato dei medici ed infermieri in un ambiente difficile come quello carcerario.

Questo è un problema sul quale il Ministro di Grazia e Giustizia dovrebbe intervenire con sollecitudine. È un discorso di prevenzione che riguarda, contestualmente, la sistemazione dei molti penitenziari obsoleti e la realizzazione di moderne case circondariali per risolvere il dramma del sovraffollamento carcerario, anche questo causa diretta di molte malattie, per rendere i luoghi detentivi più vivibili anche per chi ci lavora quotidianamente, come dovrebbe essere in ogni Paese civile.

Tuttavia sempre che avere in Italia carceri senza promiscuità detentiva e con ambulatori in grado di fornire cure tempestive ed efficaci sia un chimera ancora troppo lontana da raggiungere.

Fabio Verelli

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