CAPACI 27ANNI DOPO

Tenere viva la memoria
di Giovanni Falcone

 

Sono passati ventisette anni da quel sabato che ci ha portato via Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonino Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo. La strage di Capaci. La ritualità di Giovanni Falcone rese programmabile l’attentato infatti quasi ogni fine settimana il «dottore Falcone», come lo chiamavano i suoi agenti della scorta, rientrava da Roma nella sua Palermo.

Furono posizionati 500 chilogrammi di tritolo in una tubazione di scolo che attraversava la sede stradale. L’esplosione aprì una voragine di circa cento metri, che sventrò le due autovetture e tolse la vita al dottore Falcone, alla moglie, agli uomini della scorta.

La giustizia ancora non ha chiarito fino in fondo tutti i risvolti della tremenda vicenda, anzi, recentemente si sono aperti nuovi scenari. Dopo tutto questo tempo, un nuovo fascicolo è stato ora aperto a Caltanissetta, vi sono stati apposti due nomi: quello del pentito catanese Maurizio Avola, sicario di Cosa nostra ed quello del boss Marcello D’Agata, uno dei luogotenenti dello storico capomafia Benedetto Santapaola.

I verbali degli interrogatori di Avola sono stati comunque depositati nel fascicolo del processo «Capaci bis» attualmente in corso a Caltanissetta. Attualmente Maurizio Avola ha raccontato ai Pm di avere avuto un ruolo importante, assieme a D’Agata, nella fase preparatoria dell’attentato. Afferma di aver trasportato con D’agata, i detonatori ed i 500 chilogrammi di tritolo a Termini Imerese consegnandoli ad un componente di spicco di Cosa Nostra di Palermo. Dalle indagini è emerso che alla organizzazione della strage ha partecipato anche la mafia americana, quella del boss John Gotti, che inviò un suo membro esperto in esplosivi per preparare l’esplosione.

Diverse manifestazioni di commemorazione sono previste ma alcune polemiche tra Arci ed Anpi e Maria Falcone, sorella di Giovanni, presidente della Fondazione Falcone, non possono minare l’importanza della commemorazione così da tener viva la memoria. Non possiamo dimenticare di lottare contro il crimine organizzato, non ce lo perdonerebbe, guadagnando strategiche posizioni.

Alla cerimonia ufficiale, nell’Aula Bunker a Palermo, parteciperà comunque il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Una «contro» manifestazione organizzata da Arci ed Anpi si svolgerà a Capaci presso la cosiddetta «Casina No Mafia». L’edificio dal quale Giovanni Brusca avrebbe premuto il telecomando che face esplodere il tritolo. Un’altra manifestazione è prevista a «Casa Memoriaí a Cinisi, organizzata da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, anche lui trucidato dalla Mafia.

Questo è il panorama in Sicilia, in questo momento. Se i latini coniarono il detto «divide et impera», sicuramente avevano le loro ragioni. È anche per questo che dopo ventisette anni, ancora stiamo cercando di capire perbene cosa sia successo in quel maledetto sabato pomeriggio.

Lino Rialti

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