SICUREZZA

Attenti, c’è un orso
in soggiorno

 

Spesso ascoltiamo nei telegiornali notizie compiaciute per la ricomparsa sulle nostre montagne di animali che se non vogliamo definire «feroci», certamente sono potenzialmente pericolosi per l’uomo, quali lupi e orsi. Negli ultimi dieci giorni in Trentino e in Abruzzo sono avvenuti incontri ravvicinati con due plantigradi che ci inducono a riflettere.

Venerdi 29 luglio, alle due di notte, a Villavallelonga in provincia dell’Aquila, una famiglia con bambini piccoli si sveglia a causa dei rumori che si sentono in casa. Forse un ladro si è introdotto nell’abitazione. Meglio controllare. Ed ecco la sorpresa: in soggiorno, a due passi dal divano, c’è un orso. Spaventato lui quanto tutta la famiglia che, scioccata e in preda al panico, fugge dal balcone.

Si tratta un animale maschio di circa 3 anni e 120 chili ben noto nei paesi della Marsica. E’ famoso per le sue passeggiate notturne in cerca di cibo e le incursioni nei pollai, tanto che dai primi di luglio le guardie del Parco lo avevano catturato a Vallemora per applicargli un radiocollare, in modo da monitorarne gli spostamenti.

La vicenda fortunatamente va a buon fine. Entro un’ora è arrivato un veterinario da Pescasseroli che ha sedato l’animale, poi trasportato di nuovo in natura e rilasciato in montagna, lontano dal paese. I responsabili del Parco Nazionale d’Abruzzo in una nota assicurano che per il futuro verrà fatto un «serrato e continuativo monitoraggio, pur nella consapevolezza che non basta a garantire che l’orso non frequenti i centri abitati. Purtroppo, la presenza elevata di fonti alimentari, facilmente accessibili, costituisce una forte attrattiva per l’orso che vi si è abituato».

Più articolata la posizione del presidente dell’Ente Parco: «Siamo molto vicini alla famiglia che è stata vittima di una situazione incresciosa che nessuno vorrebbe vivere. Lavoriamo quotidianamente per favorire la convivenza tra uomini e orsi, ma quello che è accaduto questa notte è difficile da accettare, per cui ho contattato immediatamente il Ministero dell’Ambiente che ha convocato una riunione urgente per lunedì mattina, nel corso della quale sarà affrontato il problema della gestione di un orso confidente che opera, da mesi, prevalentemente nella zona di protezione esterna e fuori dal Parco per trovare una soluzione, sia nell’interesse della conservazione dell’orso, sia della tranquillità delle persone. L’evento di questa notte ripropone la necessità, per la conservazione dell’orso, di mettere in campo azioni che coinvolgano tutte le Amministrazioni che operano sul territorio, evitando di lasciare solo al Parco la soluzione di problemi che implicano altre competenze e altre responsabilità».

Una settimana prima l’incontro ravvicinato con un plantigrado era avvenuto in Trentino. Il 22 luglio, verso le 19, Angelo Metlicovez, un idraulico settantenne di Cadine, camminava con il suo cane nel bosco in località Predera. Improvvisamente viene attaccato da un orso che lo morde al braccio. L’uomo, approfittando della distrazione che il cane ha causato all’animale, si salva gettandosi in un canalone. Trasportato in elicottero al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara di Trento, riporta diverse contusioni agli arti inferiori e superiori in conseguenza della caduta, ma sta bene.

L’assessore provinciale trentino all’Ambiente, Michele Dallapiccola, che ha fatto visita all’uomo in ospedale, sottolinea l’«urgenza che il Governo si faccia carico dell’approvazione della norma di attuazione depositata dalla Provincia da più di un anno, unica strada che può consentirci di rimuovere gli esemplari pericolosi». «Le nostre squadre forestali – ha spiegato – stanno intensificando il monitoraggio della zona teatro dell’incidente. Lo scopo immediato è mettere in sicurezza tutta l’area e raccogliere campioni biologici che ci permettano di identificare il soggetto al fine di decidere sui provvedimenti da adottare». In sostanza la Provincia di Trento chiede mano libera per poter rimuovere i soggetti pericolosi dal suo territorio.

Vincenzo Fratta

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