Un’altra condanna per l’uso del collare elettrico sugli animali. L’ha emessa il Gip di Perugia che partendo da una pena base di quattro mesi di reclusione e 6mila euro di multa ha applicato al trasgressore, in forza del rito abbreviato, una multa di 3mila euro e 1 mese e 24 giorni di reclusione. La pena è stata sospesa perché il soggetto era incensurato. Rimane la confisca dei cani e dei collari sequestrati, che verranno distrutti.
L’imputazione formulata dal Pm è il «delitto di cui all’art.544 ter c.p., per avere, per crudeltà o senza necessità, sottoposto a sofferenze due cani da caccia, applicando agli stessi collari elettrici ad impulsi attivi aventi due punzoni metallici per il rilascio di scariche elettriche».
I collari elettrici vengono venduti liberamente, ma il loro utilizzo è sanzionabile penalmente in quanto mezzo di maltrattamento o comunque produttivo di gravi sofferenze.
Alla base, come sempre, la considerazione degli animali come «oggetti» di proprietà da usare e non esseri senzienti, capaci di provare emozioni i e sentimenti come noi. Da parte mia tanta soddisfazione e un ringraziamento alla Procura della Repubblica di Perugia e ai carabinieri Forestali di Gubbio.
Sono questi i risultati che segnano, che dividono nettamente il lecito dall’illecito, che gettano le basi per un corretto rapporto uomo-animale.
Ernesta Cambiotti