IL DELITTO MANTOVANI

Picchiata e affogata
nel fiume

 

Nel giugno scorso la trentasettenne Jessica Mantovani venne ritrovata morta tra le grate della centrale idroelettrica di Prevalle nel Bresciano. I genitori della donna hanno sempre parlato di omicidio e ora, dopo i risultati dell’autopsia effettuata come una consulenza di parte, sembrano dargli ragione: «La frattura del naso e la lacerazione delle labbra, sono state provocate da percosse ed analoga spiegazione può avere la frattura delle costole».

Secondo la ricostruzione e dalla perizia medico-legale, prima di morire la donna aveva assunto cocaina «un dosaggio discretamente elevato ma non letale» e sarebbe stata colpita «con calci e pugni, e trascinata ancora viva nel corso dell’acqua». Il corpo di Jessica è stato trovato in posizione fetale con un cuscino stretto tra le mani.

Dopo i primi rilievi a settembre scorso, la Procura aveva aperto un fascicolo per omicidio, indagando a piede libero per omicidio volontario e distruzione di cadavere il 50enne Giancarlo Bresciani, a casa del quale la donna si era recata, facendosi accompagnare dal padre. È indagato anche il 23enne Marco Zocca, nella cui auto sono state ritrovate dai carabinieri tracce di sangue nel baule ed un paio di occhiali da vista sotto un sedile. Il padre di Jessica chiede che «le indagini possono accelerare con l’inizio del nuovo anno. Purtroppo mia figlia frequentava la casa di uno degli indagati per procurarsi la droga, ma non riesco a capire che cosa sia successo quella maledetta sera».

Che cos’è la violenza di genere. La violenza perpetrata contro le donne basata sul genere è ritenuta una violazione dei diritti umani, contro la quale si è espresso anche l’Onu che così la definisce: «Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa vero similmente provocare danno fisico, sessuale-psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata». Fra le conseguenze della violenza sulla salute delle donne si riscontrano:

A livello fisico: lesioni addominali, lividi, frustate, sindrome da dolore cronico, disabilità, sindrome da dolore cronico, disabilità, fibromialgie, fratture, disturbi gastro-intestinali, sindrome dell’intestino irritabile, lacerazioni, abrasioni, danni oculari, funzione fisica ridotta.

A livello sessuale-riproduttivo: disturbi ginecologici, sterilità, malattia infiammatoria pelvica, complicazioni della gravidanza/aborto spontaneo, disfunzioni sessuali, malattie a trasmissione sessuale (Hiv/Aids), aborto in condizioni di rischio, gravidanze indesiderate.

A livello psicologico-comportamentale: abuso di alcool e droghe, depressione e ansia, disturbo dell’alimentazione e del sonno, sensi di vergogna e di colpa, fobie ed attacchi di panico, inattività fisica, scarsa autostima, disturbo da stress post-traumatico, disturbi psicosomatici, fumo, comportamento suicida e autolesionista, comportamenti sessuali a rischio.

Come nel caso di Jessica la violenza può portare alla morte, sia per omicidio, per suicidio, o come conseguenza delle malattie contratte.

La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito politico, anche se però mancano adeguate politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e formazione.

Antonella Betti

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