PERUGIA

Per la strada
una mattina qualsiasi

 

Sto uscendo dal Tribunale di Perugia per un’Amministrazione di sostegno. Una donna alta, magrissima, sta camminando con difficoltà, appoggiandosi a un bastone. Mi si avvicina timorosa, sussurrando «ci può dare una mano?».

Vado di fretta, come sempre, ma mi fermo un attimo per chiederle cosa le sia successo. La signora mi racconta che percepiva una pensione di invalidità civile di 290 euro mensili, attualmente sospesa, ma spera che dal prossimo mese le venga erogata di nuovo.

Le allungo qualcosa, lei mi chiede se deve cambiare la banconota, per darmi il resto! Ho un tuffo al cuore. Devo scappare, ho un impegno inderogabile.

Non è la prima volta che mi capita di essere avvicinata così. Persone italiane, nostri concittadini, che chiedono un aiuto o non lo chiedono, ma tu lo capisci. Sono persone chiaramente a disagio, si vergognano a chiedere.

Lo Stato deve garantire la dignità ai suoi cittadini. Anche il mio «amministrato» vive con 290 euro.

E qualcuno pensa al reddito di cittadinanza, nonostante la coperta delle risorse finanziarie sia cortissima. Lo Stato deve assicurare il suo sostegno e la sua presenza a queste persone bisognose.

Agli altri la dignità va restituita con il lavoro, favorendo la nascita di imprese e di lavoro autonomo, e a cascata ai loro dipendenti, nei fatti, non a parole.

Uno Stato che non tutela i propri cittadini ha fallito il suo compito primario. Complici i politici che amano riempirsi la bocca, appunto, di inutili parole…

Ernesta Cambiotti

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