L’INDAGINE SUGLI AFFIDI IN VAL D’ENZA

Per Bibbiano 26 richieste
di rinvio a giudizio

 

La Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha concluso l’indagine dell’inchiesta «Angeli e Demoni» sui presunti affidi illeciti nella Val D’Enza con la richiesta di rinvio a giudizio per ventisei persone, compreso il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti. Il lungo elenco dei capi d’accusa, riscontrati a vario titolo, comprende: peculato, abuso d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia attraverso l’altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolorose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

I capi d’imputazione al centro delle misure cautelari sono tutti confermati-integrati. Tra 20 giorni presumibilmente arriveranno le richieste di rinvio a giudizio. Per un indagato c’è il consenso alla richiesta di patteggiamento con udienza fissata per il prossimo 27 gennaio davanti al Gup. Gli indagati hanno ora 20 giorni per essere interrogati o produrre memorie, in seguito la Procura deciderà se procedere con le richieste di rinvio a giudizio. Secondo il Pubblico Ministero è confermato ed ampliato il quadro accusatorio.

Emergono inoltre dettagli raccapriccianti dall’inchiesta. L’accusa sostiene che psicoterapeuta Nadia Bergamini si travestì da lupo e/o da altri personaggi «cattivi» dell’immaginario collettivo, inseguendo un bambino all’interno del proprio studio e urlandogli contro «con il fine di punirlo e sottometterlo». Al termine del gioco, la terapista associava la figura del lupo cattivo al compagno della madre coinvolto in un’inchiesta su presunti abusi sessuali.

La Bolognini è altresì accusata di aver alterato lo stato psicologico di minori e di aver utilizzato, in alcuni casi la «macchinetta dei ricordi»: strumento ad impulsi elettromagnetici non riconosciuto dall’ordine degli psicologi in Italia, attraverso il quale avrebbe estratto i ricordi traumatici presenti nella mente del bambino, sostituendoli con quelli positivi.

Fanno parte dell’inchiesta anche i regali e le lettere dei genitori naturali, consegnati al Servizio Sociale della Val D’Enza, ma mai fatti avere ai bambini in affido. Un modo comunicativo esemplificato da una chat di Whatsapp condivisa con tutti i colleghi acquisito con il sequestro di telefoni agli indagati, dove si parla della grande quantità di materiale ricevuto e mai consegnato. «Avviso a tutti i colleghi, si legge, che i pacchi con i regali per bambini allontanati dalle famiglie continuano ad aumentare e siccome non vengono consegnati per diversi motivi, anche nella maggior parte dei casi perché è meglio non farli avere ai bambini. Direi che la regola per il 2019 è quella che, per salvare capre e cavoli, diciamo ai genitori che il servizio non accetta alcun pacco da consegnare ai propri figli».

La «macchinetta dei ricordi» che sarebbe stata usata nel corso di alcuni colloqui. Gli elettrodi applicati sul corpo e la fronte dei bambini «producono stimolazioni elettromagnetiche» in grado di alterare i ricordi.

Alla luce di tutto ciò emerge una vergogna italiana lungamente taciuta. Genitori alienati in nome della tutela, allontanati dall’unica dalla famiglia: unica ragione che ad oggi vale la pena vivere.

Bibbiano è in tutta Italia. I figli non sono dei Tribunali come del sistema, ogni genitore è succube del potere della tutela sui propri che si uccide. È un lutto nazionale, un vero fallimento della società che uccide il futuro della Nazione, sul quale tutti chi più chi meno dovremmo riflettere. Non si può rubare il futuro ai bambini. Non si possono uccidere i loro sogni.

Bibbiano è solo la punta dell’iceberg che è stato scoperto e scoperchiato coraggiosamente. Sembrerebbe una vera e propria «associazione a delinquere» che vede una concatenazione di figure unite fra di loro: Tribunali, Cooperative, Servizi del Territorio, Regioni e Comuni.

Le strutture ricevono da 70 a 400€ per bambino al giorno e molte di queste strutture vengono gestite dagli stessi giudici onorari. Un business di quasi 5 miliardi di € all’anno.

Un vero e proprio olocausto e/o silenzio degli innocenti. I bambini non sono dei bancomat, sono e restano dei bambini che hanno diritto di crescere all’interno della loro famiglia d’origine.

È ora di dire basta all’olocausto dei bambini, sia dati in adozione, sia messi nelle case-famiglia o allontanati con futili motivi dal proprio ambiente e dalla propria casa d’origine.

Antonella Betti

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