IL CASO DELL’ORSO M49

Infine Papillon
è stato incarcerato

 

L’orso M49 Papillon che per nove mesi era riuscito a sfuggire alla cattura, è stato preso sulle montagne del Trentino e ora è in carcere.

Orso M49 PapillonIn un carcere elettrificato, molto stretto per un orso, figuriamoci per lui abituato a muoversi e tanto.

M49, un numero… quando si vuole togliere l’Essenza all’Essere, gli si attribuisce un numero. Come nei campi di concentramento.

M49 è un orso bruno, dal carattere mite, ma è un orso, questa è la sua colpa.

Le origini del ripopolamento

Nel 1988, Carlo Andretti, con la sua Giunta della Provincia Autonome di Trento, insieme al Parco Adamello Brenta e all’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, diede vita al progetto Life Ursus, usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea, con l’intento si salvare un piccolo nucleo di orsi composto da due maschi anziani, destinato all’estinzione.

«L’idea di base era di arrivare ad avere una popolazione ridotta di esemplari, 20/30 capi al massimo, tutti con il radiocollare, super controllati, tenuti dentro il Parco dell’Adamello. Se si fossero allontanati, grazie a questo tipo di controllo, si sarebbero potuti recuperare e riportare al sicuro. Poi però, ma questo è successo molto dopo, gli orsi hanno perso più di un radiocollare e non tutti sono stati rimpiazzati. E sapere dove andavano è diventato più difficile».

Tra il 1999 e il 2002 vennero rilasciati 10 orsi provenienti dalla Slovenia, la maggior parte dei quali si erano adattati al nuovo territorio, tanto da registrare a partire dal 2002 almeno 9 nascite.

Andreotti, in una intervista del 2017, dichiara «va detto che il progetto aveva una paternità europea, l’egida dello Stato. Ed era stato presentato in modo molto più ridotto, di quello che si è poi rivelato. Allora non si era levata una sola voce contraria a quei tempi. Tutti entusiasti».

«Ci sono circa 50 orsi in giro per le valli del Trentino e ormai si muovono da oltre 15 anni. Ci sono stati in tutto tre incidenti di una certa gravità e sempre accaduti in circostanze non chiarissime».

«Circostanze non chiarissime» questo è il fulcro! Abbiamo «deportato» circa dieci esemplari dalla Slovenia per poi ucciderli, sterilizzare le femmine e imprigionarli.

L’uso distorto di dati e notizie

Uno strano concetto di rispetto della natura e delle creature che ospita, la parola d’ordine è distruggere.

Del resto ora va molto di moda «terrorizzare» la gente. Paura e terrore sono la leva per norme, comportamenti e imposizioni che altrimenti non sarebbero possibili.

Lupi, ungulati, vengono descritti come animali pericolosissimi. Gli orsi mancavano e allora siamo andati a prenderli all’estero, li abbiamo deportati in un territorio che gli è diventato subito ostile.

La natura, gli animali, vanno ammirati, vanno rispettati. Noi siamo una piccola parte di un ecosistema complesso. Non possiamo stravolgere le regole. Siamo uomini, non siamo Dio.

E forse dovremmo vergognarci pure di essere uomini, perché una parte di noi fa veramente pena.

Per non parlare di chi gestisce il potere a tutti i livelli, prono alle richieste delle varie lobbies, perché, rammentiamolo, alla fine sono i consensi o, se vogliamo essere più espliciti, i voti a contare.

Gli animali non votano e, a quanto pare, neppure chi li ama.

Ernesta Cambiotti

 

SU ORSO M49 PAPILLON

M49 non è un numero, è un essere vivente del 18 luglio 2019

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